ROMA – Alla faccia della “Protezione unificata”, com’è chiamato l’intervento militare a guida Nato, la posizione degli europei sulla Libia appare tutt’altro che unitaria.
La posizione di Francia e Gran Bretagna non retrocede di un passo: “Gheddafi se ne deve andare immediatamente e la transizione deve essere affidata al Comitato Nazionale di Transizione” di Bengasi: lo hanno ribadito oggi, 28 marzo, in una nota congiunta, il presidente francese Nicolas Sarkozy ed il primo ministro britannico, David Cameron.
La loro posizione era chiara da giorni, ben prima che Parigi sferrasse il primo attacco sabato 19 marzo, sul far della sera, battendo sul tempo il gigante Statunitense. Erano stati proprio loro, insieme al Libano, a presentare la bozza di risoluzione che includeva la discussa no-fly zone.
Arriva quindi come una conferma l’appello congiunto di oggi di Sarkozy e Cameron ai sostenitori del rais: “Mollate Gheddafi prima che sia troppo tardi”. Cioè prima di domani, 29 marzo, quando “a Londra la comunità internazionale si ritroverà per appoggiare un nuovo inizio per la Libia. Un nuovo inizio in cui il popolo libico sarà libero dalla violenza e dall’oppressione, libero di scegliere il proprio futuro”.
Una posizione condivisa dalla Lega Araba, secondo cui l’attuale regime libico ”ha perso ogni credibilità”, pertanto ”Gheddafi se ne deve immediatamente andare”.
Ben diversa la visione non solo della tutt’a un tratto pacifista Angela Merkel, che ha persino ritirato i propri uomini dalla missione, ma anche dell’Italia.
Dopo l’annuncio fatto domenica 27 marzo a mezzo stampa, il ministro degli Esteri Franco Frattini smentisce le sue stesse dichiarazioni a Repubblica. Lo fa tramite il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari: “Nessuno ha parlato di un piano italo-tedesco contrapposto ad un altro. Abbiamo avviato uno scambio di idee e proposte con la Germania ma anche con altri, registrando convergenza sui principi generali”.