ROMA – “Non violeremo il cessate il fuoco” e “non abbiamo intenzione di entrare a Bengasi”. La Libia, almeno a parole, esita e cerca di evitare i raid aerei delle nazioni unite.
In una conferenza stampa trasmessa da Sky Tg24 il vice ministro degli Esteri libico Khaled Kaaim ha spiegato: ”Le truppe di Gheddafi alle porte di Bengasi non violano il cessate il fuoco annunciato oggi, che intendiamo rispettare”. Kaaim ha quindi risolutamente negato che, dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, l’esercito libico abbia proseguito con i bombardamenti.
”La presenza dell’esercito nelle città libiche serve a garantire la sicurezza dei civili contro le bande armate dei ribelli. Essa non viola il cessate il fuoco”, ha aggiunto Kaaim. ”La tregua significa nessuna operazione militare, piccola o grande. D’altra parte le forze armate sono alle porte di Bengasi ma non hanno intenzione di entrare in città”, ha aggiunto il vice ministro degli Esteri libico parlando ai giornalisti stranieri rimasti a Tripoli.
Kaaim ha quindi definito “auspicabile” l’arrivo di osservatori internazionali, che Tripoli ha già indicato in Turchia e Malta. ”Ogni volta che diciamo che c’è un cessate il fuoco c’è subito Hillary Clinton (il segretario di stato Usa) che dice che sono tutte bugie, ecco il miglior modo per controllareè che vengano osservatori internazionali qui in Libia” ha detto Kaaim che ha inoltre nuovamente invitato anche il segretari generale dell’Onu Ban Ki-moon a inviare una delegazione a Tripoli. Le autorità di Ankara in serata hanno confermato di avere ricevuto una richiesta per l’invio di osservatori, richiesta che al momento, hanno detto, è oggetto di studio.
Amaro il saluto del viceministro ai giornalisti al termine della conferenza stampa: ”Speriamo di vederci domani”.
[gmap]
