TRIPOLI – Una notte di guerra in tutta la Libia. Si è sparato a Tripoli, Misurata, Bengasi e Zawya. La tv di Stato libica annuncia ovunque vittorie dell’esercito di Gheddafi ma mancano le conferme. Anzi: dove ci sono giornalisti europei, come a Lanuf, si parla di città ancora in mano ai ribelli.
Intanto si diffonde la voce di un possibile accordo tra il rais Muhammar Gheddafi e le tribù ribelli per il cessate il fuoco. E Gheddafi, parlando con la stampa francese, minaccia: “Vi riempirò di profughi”. La diretta di BlitzQuotidiano.
19:21. I ribelli: “Ci siamo rifiutati di parlare con i britannici”. L’opposizione libica ha affermato oggi di essersi’ ‘rifiutata” di parlare con i diplomatici britannici, trattenuti per diversi giorni a Bengasi, perché non erano entrati nel Paese. ”Ci siamo rifiutati di parlare con loro per via del modo in cui sono entrati nel Paese”, ha detto ai giornalisti Abdul Hafiz Ghoqa, un portavoce del Consiglio nazionale libico creato dagli insorti nell’est del Paese. ”Non conosciamo la natura della loro missione”, ha aggiunto il portavoce.
18:39. Misurata e Zawia liberate dagli insorti. Il ‘Consiglio nazionale libico’, formato dagli insorti nell’est della Libia, ha affermato che le forze fedeli al leader libico Muammar Gheddafi sono state respinte da Misurata e Zawiya e che le due città sono state ”liberate”. Lo ha annunciato un portavoce del Consiglio” in una conferenza stampa a Bengasi, sottolineando che tutte le città orientali della Libia restano ”libere”.
18:38. I diplomatici britannici hanno lasciato il paese. Il ministro degli Esteri britannico William Hague ha riferito che ”il piccolo gruppo di diplomatici britannici che ha avuto difficoltà in Libia ha adesso lasciato il Paese”. ”Posso confermare che un piccolo gruppo di diplomatici britannici si trovava a Bengasi”, ha affermato il ministro degli Esteri britannico Hague, riferisce la Bbc online. ”La squadra si era recata in Libia per stabilire contatti con l’opposizione. Hanno avuto alcune difficoltà che sono state risolte in maniera soddisfacente. Adesso hanno lasciato il Paese”, ha aggiunto. Stando alla PA il gruppo di diplomatici britannici si trova adesso a bordo della fregata britannica HMS in rotta verso Malta.
18:29. Liberati i britannici presi a Bengasi. Il commando di forze speciali britanniche e i diplomatici detenuti dai ribelli libici sono stati liberati. Lo riferisce la BBC.
18:15. I ribelli su Twitter: “Il mondo ci riconosca”. ”Abbiamo bisogno che i paesi arabi, l’Unione europea e gli Stati Uniti riconoscano il Consiglio nazionale libico ad interim”. E’ con questo messaggio che il Consiglio nazionale libico, costituito dagli oppositori a Bengasi, sbarca oggi su Twitter. Compare infatti per la prima volta nel servizio di microblogging l”account’ creato dall’organismo provvisorio di base in Cirenaica, nell’est del Paese. Un unico messaggio che ha già generato alcuni commenti, ma non ha ancora innescato particolari discussioni in rete.
17:40. Fonti mediche: 18 morti a Misurata. Un medico in un ospedale di Misurata ha affermato che almeno 18 persone sono morte nei combattimenti fra insorti e truppe governative, e molte sono rimasti ferite. ”Abbiamo 18 martiri – ha detto il medico parlando alla Reuters per telefono – ma il bilancio non è definitivo. Abbiamo anche molti feriti, non riesco neppure a contarli”. Il medico, che lavora nel principale ospedale di Misurata, ha precisato che fra i morti figurano sia insorti che civili.
17: 35. I ribelli avanzano verso Ben Jawad. Dopo essere stati costretti ad indietreggiare, i rivoltosi nell’est della Libia sono riusciti oggi a raggrupparsi e ad avanzare nuovamente verso la città di Ben Jawad dove erano stati precedentemente respinti dalle forze pro-Gheddafi. ”Siamo alle porte di Ben Jawad e vediamo colpi di mortai cadere non lontano da dove i ribelli sono posizionati, si alza anche del fumo e si sentono a distanza i colpi di artiglieria pesante”, riferisce l’inviato della Reuters. ”Ci sono ribelli in cammino verso ovest per tornare a Ben Jawad”, ha aggiunto. La città si trova lungo la strada per Sirte, città natale e roccaforte di Gheddafi, che i ribelli hanno intenzione di attaccare.
16:53. Gli insorti respingono gli attacchi a Misurata. Gli insorti hanno respinto a Misurata l’attacco sferrato dalle truppe fedeli al leader libico Muammar Gheddafi. Lo ha detto un abitante della città, che si trova circa 200 km a est di Tripoli. ”Le brigate pro-Gheddafi hanno cercato di raggiungere il centro della città, ma i rivoluzionari sono riusciti a respingerle”, aggiungendo che le truppe governative ”sono rientrate alla loro base”. Gli insorti – ha aggiunto – ”hanno catturato 20 soldati e un carro armato. La città è ora sotto il pieno controllo dei giovani”. Due tweet ricevuti dalla Bbc on line ”confermano” che le forze pro Gheddafi hanno lasciato la città. Uno parla di ”dieci morti”, incluso un ”bambino di due anni”. Entrambi i mittenti affermano che diversi soldati filo-governativi sono stati catturati.
15:29. Gli Usa pronti ad attingere alle riserve di petrolio. L’amministrazione Obama è pronta ad attingere alle sue riserve strategiche di petrolio pur di aiutare a far calare il prezzo del greggio, in fortissimo rialzo in seguito alla crisi libica. Lo ha annunciato il capo dello staff della Casa Bianca, Bill Daley, in un’intervista a Meeet the Press, sulla Nbc. ”Stiamo analizzando tutte le opzioni”, ha annunciato Bill Daley spiegando come gli Stati Uniti siano impegnati a far fronte all’aumento del prezzo del greggio e le immediate conseguenze per l’economia. ”Il tema di attingere alle riserve strategiche è uno di quelli che stiamo considerando. Tutti i mezzi – conclude Daley – sono sul tavolo della discussione”.
14:28. Un testimone: “I governativi si servono di scudi umani”. Nella battaglia in corso a Ben Jawad i governativi starebbero facendo uso di scudi umani contro i ribelli per avanzare nella città. Lo ha raccontato un testimone, Mohamed 20 anni, di Darma, (che non ha voluto riferire il cognome). Il giovane ha detto che i governativi prendono anche donne e bambini come scudi umani.
14:25. Ras Lanuf sotto attacco. L’aviazione del leader libico Muammar Gheddafi ha bombardato la città portuale di Ras Lanuf, circa 660 km a ovest di Tripoli, dove sono riparati gli insorti ritiratisi oggi dalla vicina Ben Jawad, che avevano conquistato ieri, cacciati dalla controffensiva delle forze pro-Gheddafi. Fonti dei ribelli nelle retrovie hanno detto all’inviato dell’ANSA che la città è ancora controllata dai ribelli. Al Jazira ha invece riferito che la città sarebbe caduta in mano ai filo governativi. Un corrispondente della Bcc a Ras Lanuf ha riferito che i ribelli sono a corto di carburante e che anche un elicottero delle forze pro Gheddafi ha sorvolato la città per una ricognizione sui loro effettivi e le loro difese.
13:58 Il racconto dell’infermiera: “Gheddafi sta bene”. Muammar Gheddafi e’ in buone condizioni di salute ed e’ un ”grande psicologo”. Lo ha detto una delle infermiere del leader libico in un’intervista a una tv locale ucraina. La donna, filmata in segreto mentre parlava col giornalista, e’ stata identificata solo con il nome di Oksana. L’infermiera ha lasciato la Libia a febbraio mentre le forze leali a Gheddafi stavano cercando di soffocare la rivolta. Nell’intervista rilasciata ieri, Oksana ha detto di aver lavorato per il colonnello per oltre due anni. ”Due anni e mezzo fa Gheddafi si trovava a Kiev per una visita”, ha detto. E la donna era stata invitata, con altre candidate, a tenere un colloquio con lo stesso colonnello. ”Sembrava di essere in un casting, e’ un grande psicologo. Non ha piu’ 20 anni e qualche volta ha bisogno di un controllo per la pressione, ma comunque e’ in condizioni di salute meglio di lei”, ha detto la donna al giornalista che la intervistava. Oksana, che vive in un paese vicino Kiev, si e’ poi soffermata sulle leggende che riguardano Gheddafi come quello di soggiornare in una tenda quando va all’estero. ”Non vive o dorme nella tenda. E noi non dormiamo con lui”, ha detto smentendo le notizie che Gheddafi abbia intrecciato legami con le sue infermiere.
13:24. Il governo abolisce le tasse: Il governo libico ha disposto l’abolizione delle tariffe d’importazione sui beni di consumo e il taglio delle tasse su consumi e produzione. Lo riferisce la tv di stato. Tale decisione, continua la tv, e’ stata presa ”in occasione delle grandi vittorie libiche sulle bande di terroristi” riferendosi agli scontri fra le forze leali al colonnello Muammar Gheddafi e gli insorti contro il regime.
12:45 Ben Jawad, 2 morti e 3o feriti. Due persone sono morte e altre 30 sono rimaste ferite nell’attacco sferrato questa mattina a Ben Jawad, 100 chilometri a est di Sirte, dalle forze leali al colonnello libico Muammar Gheddafi e i ribelli. Lo riferiscono alcune fonte mediche. ”Due persone sono morte e almeno 30 sono rimaste ferite. Tre sono in gravi condizioni”, ha detto Abdrabou Al-Zheiti, medico presso l’ospedale di Ras Lanuf, a una trentina di chilometri da Ben Jawad. Nel frattempo, i ribelli hanno detto di essersi ritirati da Ben Jawad dopo combattimenti con le forze fedeli al regime. ”Ci siamo ritirati da Ben Jawad”, ha detto uno di loro Aqil al-Farsi. ”Ras Lanuf sara’ la nostra linea difensiva. Ieri alcuni sono riusciti ad andare al di la’ di Ben Jawad, ma miliziani si sono infiltrati nella cittadina durante la notte. Sono sui tetti”, ha aggiunto.
12:22 Il primo campo italiano al confine. E’ in corso di allestimento il primo campo italiano nella tendopoli di Choucha dove i profughi sono oltre 17. Il campo, su cui sventola un tricolore italiano, diventera’ il cuore tecnologico della tendopoli gestita dall’ Ocha e dell’Echo, le associazioni umanitarie di Onu e Ue. Ci sara’ anche la centrale di controllo dei flussi della Iom, dell’ Organizzazione per le migrazioni. Si tratta di una serie di tensostrutture che ospiteranno il quartier generale delle organizzazioni internazionali di aiuti umanitari. Al lavoro ci sono uomini della protezione civile e dei vigili del fuoco coordinati dal gruppo avanzato della Farnesina giunta l’altro ieri. Stamani e’ partito un C130 italiano per il rimpatrio di 60 egiziani.
11:54 Insorti: “Respinto attacco a Zawiya” Nuovi attacchi delle forze fedeli a Gheddafi sono stati respinti dagli insorti a Zawiya, 50 km a ovest della capitale Tripoli secondo quanto ha reso noto oggi un portavoce dei ribelli. ”Questa mattina c’s’e stato un nuovo attacco, piu’ violento di quello di ieri: c’e’ stata un’ora e mezza di combattimenti… Due persone sono state uccise nelle nostre file e molte ferite” ha detto Youssef Shagan al telefono, concludendo che ”ora la situazione e’ calma, noi abbiamo ancora il controllo della piazza”.
11:44 Carri armati sparano su Misurata. Testimoni oculari hanno detto le forze fedeli al colonnello Gheddafi hanno lanciato un’offensiva con armi pesanti su Misurata e che carri armati hanno tirato sul centro della citta’ costiera controllata dai ribelli.
11:30 I ribelli: “Abbiamo abbattuto un elicottero”. I ribelli libici hanno annunciato di aver abbattuto un elicottero durante i combattimenti che li oppongono alle forze di Gheddafi a Ras Lanuf nell’est del Paese.
11:09 Diplomatici a Begnasi, Gran Bretagna in contatto. Il ministero della Difesa britannico ha confermato oggi la presenza di un piccolo gruppo di diplomatici a Bengasi aggiungendo che e’ in contatto con loro. ”Posso confermare che un piccolo gruppo di diplomatici e’ a Bengasi. Siamo in contatto con loro, ma sarebbe inappropriato in questo momento rilasciare ulteriori commenti per i motivi che potete ben immaginare, ne sono sicuro”, ha detto il segretario alla Difesa britannico Liam Fox alla Bbc online. Secondo il Sunday Times, un’unita’ di forze speciali britanniche SAS composta da almeno 8 persone e’ stata arrestata insieme al diplomatico britannico che scortavano e che avrebbe dovuto prendere contatto con i ribelli nell’est del Paese.
10:38 Soldati catturati, “no comment” dalla Gran Bretagna. Il ministero della Difesa britannico si e’ rifiutato di rilasciare commenti sulla notizia secondo la quale i ribelli libici avrebbero catturato nell’est del Paese una squadra delle forze speciali inglesi, dopo che una missione diplomatica segreta per prendere contatto con l’opposizione era fallita. Lo stesso ministero ha poi detto che la Gran Bretagna non ha in programma di usare forze militari inglesi in Libia.
10:14 Attacco a Ben Jawad, 11 feriti. Undici persone, tra cui un giornalista francese, sono rimaste ferite in un nuovo attacco sferrato a Ben Jawad, 100 chilometri a est di Sirte, dalle forze fedeli a Muammar Gheddafi contro gli insorti. Lo hanno riferito fonti mediche.
09:45 Insorti: “Misurata ancora sotto il nostro controllo”. I residenti della citta’ libica di Misurata, 200 km a est di Tripoli, hanno smentito oggi le notizie di fonte governativa negando che sia stata riconquistata dalle forze pro Gheddafi. ”La citta’ e’ sotto il pieno controllo dei rivoluzionari – hanno detto alcuni abitanti al telefono con la Reuters – Lo e’ da circa due settimane. Ora c’e’ calma e non ci sono combattimenti”. La stessa fonte ha detto tuttavia di aver sentito ”spari questa mattina presso l’aeroporto… Le brigate (di Gheddafi) sono la’, ma sono circondate dai ribelli e hanno sparato a caso per terrorizzare le persone”.
09:15 Aereo da combattimento su Ras Lanuf. Un aereo da combattimento delle forze armate libiche ha compiuto un raid sulla presso un posto di blocco degli insorti nella città petrolifera strategica di Ras Lanuf, causando crateri nella sabbia e una colonna di fumo. Lo riferiscono testimoni oculari secondo i quali sono stati lanciati due missili ma non vi sono state vittime ne’ danni.
08:35 Reporter israeliano tra i rivoltosi. Un giornalista israeliano è riuscito a raggiungere Bengasi e oggi dalle pagine del diffuso quotidiano Yediot Ahronot e dal sito web Ynet riferisce in dettaglio l’atmosfera fra i miliziani in rivolta contro il regime di Muammar Gheddafi. Per raggiungere Bengasi Zur Shizaf, questo il nome dell’ inviato, e’ passato dal valico di Sallum, fra Egitto e Libia, dove ha incrociato folle di persone in fuga dalle zone dei combattimenti. Shizaf – giornalista specializzato in reportage da Paesi esotici – spiega di aver intrapreso la rischiosa missione in Libia (uno Stato tradizionalmente ostile ad Israele) per vedere da vicino ”la sete di cambiamento di quel popolo, e la lotta senza quartiere di Gheddafi per restare in sella”. I ribelli da lui incontrati ieri a Bengasi ”non sembrano affatto interessati a qualsiasi legame con Israele. Uno di loro – aggiunge – mi ha anzi detto che Israele rappresenta un corpo dannoso per il mondo arabo”.
07:24 Spari a Tripoli, poi festeggiano i fedeli di Gheddafi. Prima i colpi di armi automatiche e di artiglieria, poi l’esplosione di gioia in citta’, con le strade invase di auto che suonano i clacson e sventolano bandiere verdi della Jamahiriya. E’ cominciato cosi’ il giorno a Tripoli, dove la televisione di stato ha annunciato poco dopo l’alba che l’esercito ha riconquistato numerose citta’ ribelli, tra cui Al Zawiya, Misurata, Ras Lanuf e Tobruk, e marcia ora verso Bengasi. Secondo voci non confermate raccolte a Tripoli, nella notte sarebbe stato raggiunto un accordo tra Gheddafi e i capi di alcune tribu’ per la fine delle ostilita’. Le stesse fonti sostengono che il leader libico in persona farà un annuncio in tal senso nelle prossime ore. La tv di stato libica mostra incessantemente immagini di centinaia di persone in festa sulla piazza Verde, simbolo della rivoluzione gheddafiana. Scene di esultanza anche davanti all’albergo che ospita i giornalisti stranieri, nella zona sud di Tripoli, dove il traffico e’ completamente bloccato dalle auto che suonano i clacson e sventolano bandiere verdi. Si sentono ancora numerosi colpi di armi automatiche sparati in aria.
07:05 France Presse: “Ranouf ancora in mano ai ribelli”. La città libica di Ras Lanouf è ancora in mano ai ribelli, contrariamente a quello affermato dalla tv di stato libica. Lo hanno reso noto gli insorti e lo hanno constatato giornalisti della France Presse sul posto. “Non ci sono stati combattimenti nella notte, la città è sotto il nostro controllo”, hanno detto gli insorti alla France Presse. “Siamo diversi giornalisti in un albergo all’ingresso ovest della città e non abbiamo sentito il rumore di combattimenti”, ha aggiunto un giornalista della France Presse.
07:00 Tv di Stato: “Liberate Ranouf e Tobruk”. La tv di stato libica ha detto che “le forze armate hanno ripreso il controllo delle città di Misurata e Ras Lanouf” e ha annunciato “la liberazione della città di Tobruk dalle bande terroriste”.
06:48 Tv di Stato: “Riprese Zawiya e Misurata” Le forze pro-Gheddafi hanno ripreso il controllo di Zawiya e Misurata e stanno marciando verso Bengasi. Lo ha detto la tv di stato libica.
06:35 Violenti combattimenti a Tripoli I combattimenti proseguono anche con l’arrivo delle prime luci del giorno. E’ la prima volta nella capitale libica che si odono colpi di artiglieria pesante e scambi così ripetuti.
06:20 Voci di accordi tra tribù per far cessare le ostilità. Secondo voci non confermate raccolte a Tripoli, si sarebbe raggiunto nella notte un accordo tra le tribù libiche per la cessazione delle ostilità. Le stesse fonti sostengono che gli spari sentiti stamani in città sono per festeggiare. Si dice che l’annuncio sarà dato da Gheddafi in persona nelle prossime ore. Le strade di Tripoli si sono riempite di auto che suonano il clacson in segno di festa. Continuano a sentirsi spari, ma la popolazione festeggia quella che ritiene essere la fine della rivolta.
05:50 Gheddafi: “Al Qaeda vuole portare qua i terroristi russi“: Il leader libico Muammar Gheddafi ha detto in una intervista al settimanale francese Le Journal de dimanche che i terroristi libici di Al Qaida hanno preso contatto con i loro compagni in Russia per farli venire a combattere nel paese nordafricano. Gheddafi ha detto di aver appreso dai suoi servizi segreti che “la gente di Al Qaida ha già preso dei contatti con Dako Amirov, che guida il jihad in Russia”. “Noi sappiamo che questi contatti esistono – ha aggiunto il leader libico – e che ci sono discussioni perché questi (i russi, n.d.r.) vengano per prima cosa ad aiutarli qui in Libia”.
02:20 Gheddafi: “Migliaia di persone invaderanno l’Europa dalla Libia”. “Migliaia di persone invaderanno l’Europa dalla Libia, senza nessuno che le fermi”, ha detto il leader libico Gheddafi in una intervista al settimanale francese Le Journal de Dimanche, in edicola stamani. “Se si minaccia, se si destabilizza, si andrà verso la confusione, verso bin Laden, verso i gruppuscoli armati – ha detto Gheddafi -. Voi avrete l’immigrazione, migliaia di persone che invaderanno l’Europa dalla Libia. E non ci sarà nessuno per fermarli”. “Bin Laden verrà a installarsi in Africa del Nord – ha proseguito il leader libico -. Avrete bin Laden alle vostre porte. Ci sarà una jihad islamica davanti a voi, nel Mediterraneo. Attaccheranno la 6/a flotta americana, ci saranno degli atti di pirateria qui, alle vostre porte, a 50 km dalle vostre frontiere… sarà veramente una crisi mondiale… Io non lo lascerei accadere”.
02:10 Gheddafi: “I 3 olandesi nostri prigionieri”. Il leader libico Gheddafi ha detto in una intervista che sarà pubblicata stamani sul settimanale francese Le Journal de dimanche che i tre elicotteristi olandesi sono detenuti in Libia come prigionieri e che questo “è normale”. “Abbiamo bloccato un elicottero olandese che era atterrato in Libia senza alcuna autorizzazione” ha detto Gheddafi. Alla domanda se considera questi tre militari olandesi come prigionieri, ha risposto “sì, ed è normale”
02:00 Gheddafi: “Sì a commissione di inchiesta Onu o Ua “Il leader libico Muammar Gheddafi ha detto di essere favorevole a una commissione d’inchiesta “delle Nazioni Unite o dell’Unione africana” per valutare sul posto la situazione nel suo paese. Gheddafi si è così espresso in una intervista al settimanale francese Le Journal de Dimanche, in edicola stamani. “Io vorrei che una commissione d’inchiesta delle Nazioni unite o dell’Unione africana venisse qui, in Libia – ha detto Gheddafi -. Noi permetteremmo a questa commissione di andare a vedere sul campo, senza alcun ostacolo”. Gheddafi ha aggiunto che “se la Francia volesse coordinare e dirigere la commissione d’inchiesta, io sarei favorevole”. Il leader libico ha ribadito che le sue truppe non hanno sparato sui civili e ha respinto il bilancio di 6.000 morti nella repressione della rivolta, fornito dal portavoce della Lega libica per i diritti dell’uomo, Ali Zeidan.
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