Nel cablo successivo la Dibble torna precipitosamente al presente citando il presidente dell’Ansaldo Nucleare Francesco Mazzucca secondo cui, scrive la funzionaria, “il Ministero dello Sviluppo Economico ha già lavorato per diversi mesi sul progetto del regolamento per il disegno di legge approvato”. La questione cruciale, però, resta il dove ovvero la scelta dei siti dove costruire le centrali nucleari. Mazzuca, spiega la Dibble, è per “l’approccio pratico. Il governo, come primo lotto, potrebbe partire dai quattro siti degli impianti nucleari dismessi”. Siti che, ovviamente, potrebbero essere pronti in tempi più brevi. Quanto agli altri impianti, nel cablogramma si legge: “Mazzuca ha aggiunto che altri siti incontaminati potrebbero essere identificati in seguito”.
Uno dei problemi centrali e quindi uno degli affari centrali è quello delle scorie. Cosa farne? La soluzione di Mazzucca ingolosisce la Dibble: l’italiano spiega che l’unica strada percorribile è quella di inviare il materiale all’estero (Francia, Usa e Russia i Paesi indicati) per lo stoccaggio e il trattamento. Con la Francia c’è già un accordo, che risale al 2006, per il trattamento delle scorie dei vecchi impianti. Anche le aziende Usa, però, sono interessate alla torta.
Non a caso il cablogramma prosegue parlando delle nomine al vertice dell’Agenzia per la Sicurezza nucleare, quella che poi verrà affidata alla presidenza dell’oncologo Umberto Veronesi. I posti da assegnare sono cinque e la Dibble sponsorizza e caldeggia un nome, quello di Maurizio Cumo, docente di “impianti nucleari” alla Sapienza di Roma e, secondo la diplomatica, “dotato di una grande esperienza in materia”.
Il motivo per cui Cumo piace tanto alla Dibble, però, è un altro: “Cumo è a favore della tecnologia nucleare Usa e ha detto al (Washington) Post che il [modello di centrale] Westinghouse AP-1000
è la tecnologia nucleare più adatta per l’Italia”. Insomma il docente è l’uomo adatto per fare uno sgambetto ai francesi che vogliono chiudere la partita nucleare da soli. Quindi ben venga il professore che, a giochi fatti, è tra i cinque che compongono la squadra di Veronesi.
La diplomatica è convinta che la partita con la Francia per ottenere i contratti non sia ancora perduta. Il gioco, però, deve farsi duro. Scrive la Dibble nell’ennesimo cablogramma: “E’ fondamentale il coinvolgimento del Governo Usa ai massimi livelli con Governo italiano per controbilanciare l’attività lobbystica del governo francese per favorire le proprie compagnie nucleari”. Anche perché i francesi non stanno certo a guardare e non hanno nessuna intenzione di lasciarsi sfuggire l’affare. Così, oltre all’accordo già in essere con l’Enel per la realizzazione di quattro centrali modello Areva da oltralpe, appunta la Dibble, arriva nell’ambasciata francese un secondo funzionario con lo scopo di stringere l’affare.
Gli Usa sembrano avere dalla loro parte anche Mazzucca secondo il quale la soluzione ottimale sarebbe quella di adottare due diverse tecnologie nucleari, quella francese per cui c’è già l’impegno e quella statunitense. In un ultimo cablogramma la diplomatica ricorda l’imminente visita di Scajola negli Usa. Suggerisce di organizzare per l’ignaro ministro un tour in alcune strutture nucleari. Il tutto per favorire, in primo luogo, la firma di un accordo energetico proprio sulla cooperazione nucleare. Una strategia pianificata nei dettagli, non c’è che dire. Poi però, è arrivato lo tsunami e gli italiani si sono ricordati che il nucleare fa paura.
