Che alle elezioni di medio termine previste a novembre i demoocratici non andranno bene รจ un fatto ormai scontato tra osservatori e analisti. Resta da vedere quanto non andranno bene e soprattutto se perderanno le loro maggioranze alla Camera dei Deputati e al Senato.
Il principale nemico dei democratici resta lโeconomia, che registra solo un anemica crescita e un tasso di disoccupazione che ha raggiunto il 9,6 per cento. Non sorprende quindi che secondo i sondaggi lโapprovazione nei confronti delle politiche del presidente Barack Obama si scesa al di sotto del 45 per cento.
Ma il malcontento verso Obama e i democratici, scrive il New York Times, deriva anche dal fatto che la Casa Bianca non รจ riuscita a convincere gli elettori che le riforme sanitaria e dellโattivitร finanziaria oltrechรจ lo stimolo economico per uscire dalla crisi sono stati positivi per il Paese.
Obama e i suoi consiglieri affermano che lo stimolo ha salvato lโeconomia dal completo collasso โ unโopinione che molti economisti condividono. Ma i repubblicani sono stati molto piรน bravi nel convincere gli elettori che buona parte degli stanziamenti รจ stata sprecata da un governo federale che ha puntato troppo in alto per poi fornire prestazioni deludenti. Con la disoccupazione ancora molto alta, gli americani aspettano con impazienza risultati concreti.
โUn anno cominciato con le aspettative degli americani per una ripresa dellโoccupazione รจ diventato un anno in cui non cโรจ nรจ ripresa nรจ occupazioneโ, ha dichiarato John Boehner, leader della minoranza repubblicana alla Camera.
Stando cosรฌ le cose, rilevano gli analisti, la maggioranza democratica alla Camera potrebbe essere giร persa mentre quella al Senato รจ sempe piรน in bilico.
Le previsioni dei sondagi dicono che i democratici, che controllano 255 dei 435 seggi della camera, a novembre potrebbero perderne 50. La questione, scrive il Nyt, ormai non รจ piรน la sconfitta, ma lโentitร del disastro.
Nei ambienti democratici la speranza รจ che il 2010 sia come il 1982, quando lโalto tasso di disoccupazione e e la bassa popolaritร di Ronald Reagan al primo mandato minacciava il futuro della sua presidenza. Invece i repubblicani persero solo 26 seggi alla Camera e mantennero intatto il numero dei loro senatori. Reagan successivamente conquistรฒ il secondo mandato con una maggioranza di voti elettorali senza precedenti (525-13).
A rendere piรน fosche le previsioni per i democratici รจ intervenuto anche lโanalista indipendente Charlie Cook, dellโautorevole Cook Political Report, secondo i calcoli del quale oltre alla conquista della maggioranza alla Camera, per i repubblicani รจ a portata di mano anche quella del Senato.
La situazione in cui si trova ora Obama ricorda quella di un altro presidente democratico al primo mandato: Harry Truman. Perse il controllo del Congresso nel 1946, governo inefficiente, ecomomia in cattivo stato e disoccupazione fecero crollare il suo indice di approvazione al 32 per cento. Dopole elezioni di medio-termine un commentatore dellโepoca scrisse che โil voto degli americani รจ stato innegabilmente un voto di protesta per dire che non ne possono piรน dei pasticci della Casa Biancaโ. Per Obama la buona notizia รจ che Truman, nonostante tutto, nel 1948 fu rieletto per un secondo mandato.