
I repubblicani hanno conquistano la Camera, ma i democratici sono riusciti a spuntarla al Senato. Al presidente Barack Obama non è rimasto che incassare il colpo del voto-esame di midterm: “Mi assumo le responsabilità della crisi”, ha detto il presidente Usa facendo riferimento alla lentezza della ripresa economica. Ora quindi tenderà la mano ai repubblicani, è “pronto a lavorare con l’opposizione” per l’America che a questo giro gli ha voltato le spalle, gli ha lanciato un chiaro segno, lo ha scosso perché qualcosa cambi.
Il Congresso. Ammettendo che per ora la gente non è soddisfatta dei suoi risultati Obama nella conferenza post-sconfitta ha scelto di guardare al futuro: “Sarò giudicato come presidente dai risultati che otterrò”. Quando mancano ancora i dati da alcuni stati, i risultati ufficiali danno alla Camera 239 seggi ai repubblicani su 435, 186 ai democratici e 10seggi ancora da assegnare. Al Senato i democratici mantengono 52 seggi, i repubblicani 47, 1 resta da assegnare sui 100 totali (in palio erano solo un terzo). Proprio sulla scia dei numeri il primo obiettivo repubblicano sarà quello di smantellare la riforma sanitaria varata dall’amministrazione Obama. ”Faremo tutto ciò che potremo per abrogare la riforma. E’ la gente che lo chiede”, ha detto John Boehner, neo speaker della Camera. Proprio a chi ha dichiarato l’ennesima lotta contro la riforma il presidente risponde che la riforma sanitaria “era la cosa giusta da fare”.
I governatori. L’esame per Obama alle elezioni di metà mandato è stato anche per i 37 posti da governatori su 50, che restano in carica quattro anni e che si rinnovano proprio in coincidenza del voto di midterm.
I repubblicani hanno conquistato 10 mandati che prima erano dei democratici in Iowa, Kansas, Michigan, New Mexico, Ohio, Oklahoma, Pennsylvania, Tennessee, Wisconsin e Wyoming. In Ohio e Pennsylvania il trionfo dell’elefantino è stato portato rispettivamente John Kasich (ai danni di Ted Strickland) e Tom Corbett. Stessa sorte per la Florida, il terzo Stato decisivo nelle ultime tre elezioni, che sembra di fatto consacrato a Rick Scott.
Per i democratici è stata molto importante la vittoria in California, dove Jerry Brown ha sconfitto la candidata repubblicana Meg Whitman con il 49% contro il 46%, secondo i primi risultati. Brown è già stato governatore della California nel 1970 succedendo a Ronald Regan. Andrew Cuomo a New York ha sconfitto Robert Paladino, e ora assumerà l’incarico che fu già di suo padre Mario. Il suo trionfo però era praticamente previsto. I democratici l’hanno spuntata anche in New Hampshire con John Lynch, in Massachusetts con David Patrick, in Maryland con Martin O`Malley, in Arkansas con Mike Beebe e in Colorado con John Hickenlooper.
L’ottimismo per i prossimo 6 anni Barack Obama ha voluto rassicurare dopo qualche ora i sostenitori e i volontari democratici lanciando loro questo messaggio: proprio alla luce dei risultati delle elezioni di metà mandato, ”il partito democratico sarà più forte, in vantaggio non solo alle prossime elezioni del 2012, ma anche per i prossimi sei anni”.
Il presidente si è espresso in questi termini in una conference call fatta dalla Casa Bianca ai volontari del partito che si sono impegnati in questa campagna elettorale.
”Dobbiamo solo lavorare più duramente per garantire il cambiamento che il popolo americano vuole”. Obama si è detto ”pronto” a lavorare con i colleghi repubblicani. ”Se portano buone idee, siamo ben lieti di esaminarle. Ricordiamoci però che potranno esserci momenti in cui saremo in disaccordo, e glielo faremo notare”.