DAMASCO – Sarebbe di almeno tre morti e decine feriti il bilancio provvisorio degli scontri avvenuti oggi, 18 marzo, in Siria, secondo i social network e fonti locali, tra forze di sicurezza e manifestanti anti-regime a Daraa, cittadina a sud di Damasco al confine con la Giordania.
Su Twitter ma anche su Facebook e su alcuni siti dei dissidenti siriani rimbalzano notizie e testimonianze di ”violenti scontri tra agenti anti-terrorismo siriani e dimostranti”. Secondo testimoni oculari citati dal sito di monitoraggio Rassd, che trasmette anche su Twitter, a Daraa ci sarebbe un morto e decine di feriti.
Testimoni locali citati dai social network affermano a Daraa, un membro della tribù dei Qutayfan e due della tribù dei Jawabra sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco sparati da agenti antisommossa. Diverse migliaia di siriani si erano riuniti stamani nella piazza centrale di Daraa per manifestare contro il regime baathista e scandire slogan invocando ”Hurriya!”, libertà.
Sempre oggi, 18 marzo, una manifestazione pacifica di decine di siriani era stata dispersa dalle forze di sicurezza locali a Damasco, nei pressi della Grande moschea degli Omayydadi, nel cuore della città vecchia. Decine di uomini, giovani ma anche di mezza età, si sono radunati nel piazzale antistante uno degli ingressi dell’antica moschea, rimanendo seduti e in silenzio, mentre numerosi agenti in divisa e in borghese sono intervenuti per allontanare i manifestanti.
Su Internet era stata indetta per oggi una mobilitazione ”per la libertà” contro il regime baatista al potere da quasi mezzo secolo, con il nome di “venerdì della dignità”. Altre fonti riferiscono di una contro-manifestazione inscenata da circa duecento lealisti nei pressi della stessa moschea. Le proteste anti-regime in Siria erano state indette anche in altre città del Paese.
Sulla pagina di Facebook intitolata ”La rivoluzione siriana contro Bashar al-Assad”, il presidente in carica da oltre dieci anni dopo aver ereditato il potere dal defunto padre Hafez, circa 50.000 utenti hanno aderito all’iniziativa, lanciata martedì scorso, 8 marzo, quando decine di manifestanti avevano sfilato per il centro di Damasco.
A due giorni da un raduno di 150 persone senza precedenti nei pressi del ministero degli Interni e all’indomani dell’incriminazione giudiziaria di oltre 30 attivisti fermati nel sit-in di mercoledì, gli organizzatori del ”venerdì della dignità” pubblicano stamani su Internet la lista delle città e delle moschee da cui partiranno i cortei a partire delle 12:00 locali (le 11:00 in Italia).
Oltre a Damasco, figurano Aleppo, Raqqa e Idlib nel nord, Homs e Hama nel centro, Qamishli e Hasake nel nord-est dove si trova la più consistente minoranza curda, Albukamal e Dayr az Zor, nell’est vicino alla frontiera con l’Iraq. Assenti le città costiere occidentali abitate in prevalenza da alawiti, branca dello sciismo a cui appartengono la famiglia al-Assad e i clan loro alleati al potere.
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