Pugni chiusi e braccia incrociate sul petto per dire in modo netto e chiaro ‘stop’ alla violenza sessuale nelle guerre. Il ministro per le pari opportunità Mara Carfagna, fotografata in questa posa a fianco di un’analoga immagine del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon – aderisce così alla campagna ‘Stop Rape Now’, promossa dall’Onu per la lotta contro la violenza sessuale nei conflitti armati.
”Ci sono tragedie, come questa – ha commentato il ministro – per le quali la luce dei riflettori e l’attenzione dell’opinione pubblica rappresentano un piccolo inizio di soluzione. Quello degli stupri e delle violenze contro le donne nei teatri di guerra, infatti, è stato per troppo tempo un dramma invisibile. Fortunatamente, nel 2008, le Nazioni Unite, con l’approvazione della risoluzione 1820, hanno riconosciuto la violenza sessuale nei conflitti armati come strumenti di guerra e come minaccia alla pace ed alla sicurezza globale. Ora sta emergendo un quadro sconcertante”, ha spiegato il ministro.
”Ho scelto di aderire come moltissimi altri ministri di tutto il mondo, alla campagna ‘Stop Rape Now’ perché questa battaglia va combattuta in ogni luogo, in ogni paese, facendo sentire la nostra voce”. L’iniziativa dell’Onu vuole fermare, e quindi prevenire, gli abusi sessuali su donne e ragazze, in particolare contro l’uso di questo terribile crimine come arma di guerra.
All’iniziativa hanno già aderito importanti personaggi, primo tra tutti il segretario generale dell’Onu, esponenti dei governi di molti Paesi e migliaia di persone nel mondo: ognuno ha posato per uno scatto fotografico, pubblicato poi sul sito www.stoprapenow.org. Le foto inviate saranno utilizzate per creare un grande mosaico nel quartier generale delle Nazioni Unite a New York, per dimostrare che tutto il mondo grida il proprio no per protestare contro quello che stato definito ”il più grande silenzio della storia”. Tutti possono partecipare all’iniziativa inviando la propria foto al sito internet www.stoprapenow.org.
