Mentre la sua autobiografia “A Journey” (“Un viaggio”) è già un bestseller, da Gerusalemme l’ex premier britannico Tony Blair parla dell’importanza del turismo per il superamento del conflitto tra Israele e Palestina in un’intervista a Traveller, in edicola domani 30 settembre.
Ma che cosa offrono i territori palestinesi a un viaggiatore? “Si dice che dal Monte Nebo Mosè abbia guardato la Terra Promessa. Da lassù vedi la valle del Giordano, la Palestina, le luci di Gerusalemme. Questo è un pezzo di terra bellissimo e con una storia incredibilmente ricca”.
E alla domanda: “Quanto è importante il turismo per la pace?” Blair, inviato per la pace nel Medio Oriente su mandato del quartetto (ONU, Unione europea, USA e Russia), risponde senza esitare: “Molto. Perché la pace dipende da ciò che accade nella vita vera, non da chi sta seduto a negoziare. Turisti e guide – israeliani e palestinesi – devono circolare liberamente. Di recente gli israeliani hanno modificato restrizioni all’accesso ed è stato molto utile”.
Sulla questione sicurezza nei viaggi in Palestina, Blair non ha dubbi: “Posso garantire che chi viene in Palestina si sorprende sempre di quanto sia sicura. Certo, la disputa su Gaza c’è, ma in Cisgiordania ci si può muovere senza difficoltà”.