ROMA – Le leggi laiciste e le coppie di fatto possono essere peggio delle serate del premier, accusato di prostituzione minorile. Il vescovo ciellino di San Marino-Montefeltro, Luigi Negri, esponente Cei, mentre benedice la posizione di Berlusconi contro adozioni ai single e ai gay dice che «le incoerenze etiche di un governante non distruggono il benessere e la libertà del popolo, gli attacchi alla famiglia e alla sacralità della vita devastano la vita sociale».
In un’intervista a La Stampa spiega che c’è «una disarticolazione di poteri che la Costituzione vuole convergenti. La moralità personale è importante e Berlusconi va richiamato come tutti, ma nella sua storia la Chiesa interviene sulla promozione del bene comune e su ciò valuta un’autorità pubblica.In due anni e mezzo i cattolici potranno incidere di più sulla vita politica e sociale, per esempio contro i registri comunali delle coppie di fatto e il sì al farmaco abortivo Ru486: ci mostrano la moralità pubblica della mentalità laicista e anticattolica che caratterizza le “élites” ideologiche e politiche che pretendono di dominare il Paese».
Insomma gli scandali, il caso Ruby, le ragazze e i presunti bunga bunga contano? «Se esistono reati tocca alla legge stabilirlo, è inammissibile condannare a priori. Un politico è più o meno apprezzabile moralmente in base a quanto si impegna a vantaggio del bene comune, cioè di un popolo che viva bene e di una Chiesa che operi in piena libertà. Non è edificante sentir evocare anche in ambienti cattolici l’indignazione, il disprezzo, l’odio verso l’avversario politico. A far male alla società sono i Dico, la legislazione laicista, la moralità teorizzata e praticata da quanti ci inondano di chiacchiere sulla rilevanza pubblica di taluni comportamenti privati».