La diplomazia americana come la Stasi: più di un esponente del governo tedesco ha fatto questo paragone, indirettamente e non, da quando la ‘fabbrica’ di Wikileaks ha cominciato a sfornare i documenti riservati, ma in Germania parlare della polizia segreta dell’ex Repubblica democratica tedesca (Rdt) significa toccare ancora un nervo scoperto.
L’ultimo, in ordine di tempo, a tirare in ballo l’attività di spionaggio dell’ex ministero per la Sicurezza di Stato del regime è stato oggi il ministro dell’Economia, Rainer Bruederle, esponente del partito liberaldemocratico (Fdp) alleato della cancelliera Angela Merkel. Proprio nel suo partito si nascondeva la talpa che, secondo quanto è emerso dai documenti stessi, passava informazioni riservate all’ambasciata americana a Berlino sui rapporti tra i partiti di maggioranza: la fonte, un funzionario di 42 anni molto vicino al leader della Fdp e vicecancelliere tedesco, Guido Westerwelle, è stata individuata e rimossa dall’incarico la settimana scorsa.
E forse proprio a causa di questo episodio Bruederle, 65 anni, ha pensato ai metodi di spionaggio della Stasi. ”Alcune cose che apprendo da Wikileaks mi ricordano della mania collezionistica che avevano le vecchie istituzioni dell’Est, come la Stasi”, ha detto Bruederle di fronte a una platea di 600 persone durante un convegno sull’Information Technology (It) a Dresda, nell’ex Germania dell’Est.
E’ la seconda volta, nel giro di pochi giorni, che un membro del governo cita la Stasi in relazione ai documenti pubblicati da Wikileaks. A fine novembre, anche se in un contesto diverso e solo indirettamente, il suo collega alle Finanze, il conservatore Wolfgang Schauuble (Cdu) aveva paragonato la raccolta di informazioni da parte dell’amministrazione Usa ai metodi utilizzati dalla polizia segreta dell’ex Rdt. Schauuble, che viene descritto dai diplomatici Usa come un uomo ”nevrotico”, un ”vecchio pieno di rabbia”, aveva detto di non avere ancora letto le parti dei cablogrammi riservati che lo riguardano, aggiungendo: ”Devo dire che ho scarso interesse al riguardo… Non ho letto ancora nemmeno il mio dossier della Stasi”.
Molti, quindi, vogliono dimenticare. E la stessa Merkel, che è cresciuta nell’ex Rdt, ha ammesso di recente di avere un ”brutto ricordo” di quei metodi. Da parte sua, il ministro dell’Economia, ha ammesso che il suo l’analogia non sta in piedi: ”Forse il paragone era troppo acuto”, ha detto poco dopo il convegno.
[gmap]