Sfida di Monti: confronto in tv. Il Corriere della Sera: “Mario Monti propone un confronto televisivo a Pier Luigi Bersani e a Silvio Berlusconi «per non privare gli italiani del diritto di formarsi un’opinione». «Se devo andare in tv, io mi confronto solo con Bersani», fa sapere il Cavaliere. Per il segretario del Pd il confronto tv va esteso a tutti i candidati in corsa: quindi anche a Beppe Grillo, Oscar Giannino e Antonio Ingroia. Il leader del Movimento 5 Stelle ha intanto deciso di non farsi intervistare da Sky Tg24. A Milano, arriva a sorpresa sul palco Romano Prodi e Bersani annuncia: tireremo l’Italia fuori dal buio.”
Quanto costano i programmi dei partiti. L’articolo a pagina 2 de Il Corriere della Sera:
“Quello che segue è un commento strettamente tecnico ai risultati dell’elaborazione econometrica effettuata nell’ambito dell’iniziativa Alla prova dei fatti lanciata dal Corriere della Sera lo scorso 18 gennaio. Si tratta di risultati basati sui programmi dei partiti o delle coalizioni che hanno risposto a un questionario di venti domande (rintracciabile all’indirizzo web www.corriere.it/politica/speciali/2013/elezioni-la-prova-dei-fatti/). L’obiettivo iniziale era spingere i partiti a essere trasparenti ed espliciti nei confronti degli elettori ai quali chiedono il voto, a scrivere nei dettagli le loro intenzioni. Quello che segue è il risultato: nessun partito ha soluzioni miracolose e ogni partito — ma in misura diversa — ha qualche problema di realizzabilità delle sue proposte. Il commento tecnico è in gran parte basato sulla relazione di accompagnamento all’elaborazione numerica dei programmi scritta da Oxford Economics (rintracciabile da oggi su Corriere.it in inglese). Le organizzazioni che partecipano alla campagna elettorale che hanno risposto, e quindi sono state analizzate, sono Pd, Pdl, Con Monti per l’Italia, Fare per fermare il declino.”
Monti agli avversari: ora un confronto in tv. L’articolo a firma di Dino Martirano:
“È un confronto tv davvero impossibile quello che vorrebbero i leader delle tre coalizioni in campo per le elezioni di domenica e lunedì. Mario Monti torna all’attacco e propone un confronto a tre «per non privare gli italiani del diritto di formarsi un’opinione» ma le risposte degli altri due competitor sono fiacche: «Se devo andare in tv, io mi confronto solo con Bersani», fa sapere il Cavaliere immedesimato più che mai nel ruolo dell’inseguitore pronto al balzo per il sorpasso. Mentre il segretario del Pd insiste con lo schema, formalmente ineccepibile, secondo il quale il confronto tv va esteso a tutti i leader in corsa: quindi anche a Beppe Grillo, Oscar Giannino e Antonio Ingroia. Dunque, la proposta del professor Monti ha incassato ancora una volta due no. Il presidente del Consiglio in carica per gli affari correnti ha scelto l’ultima domenica di campagna elettorale per fare il suo appello. Dopo giorni e giorni in cui il Cavaliere ha picchiato duro contro Monti, al punto di rompere il silenzio imposto dalla legge sui sondaggi per demolire le aspettative elettorali del polo di centro, il professore è passato al contrattacco. E si è rivolto a Berlusconi e a Bersani: «Mancano pochissimi giorni al voto, davvero volete sottrarre ai cittadini italiani il diritto di formarsi un’ idea sulla base di un confronto diretto tra i candidati? Onorevole Berlusconi, onorevole Bersani, non facciamo questo. Abbiamo il dovere di non limitarci ad appelli singoli ma di confrontare le nostre idee davanti agli elettori».”
No a Sky, Grillo crea un caso: salto l’intervista, roba da politici. L’articolo a firma di Emanuele Buzzi:
“Clamore e calore. Beppe Grillo prima cattura i media con il caso del suo atteso (e mancato) intervento sul piccolo schermo, poi riceve l’abbraccio della sua città, Genova, per un comizio particolare, da leader dei Cinque Stelle, all’ombra della Lanterna. E proprio in piazza (un altro pienone dopo il tutto esaurito di sabato a Torino), lo showman si scalda, ricorda gli amici di infanzia e dice: «Se riempiamo Genova possiamo prendere l’Europa». Risate e applausi. Ripete come un mantra che «siamo in emergenza», azzarda: «stiamo diventando come la Grecia, forse siamo già come la Grecia». Su Mps dice: «Se ci fosse stato Pertini…». E aggiunge: «Si accorgeranno. Avranno lo sguardo dei generali fascisti finita la guerra e si chiederanno “dove è il nostro esercito?”».”
Prodi scende in campo per Bersani. L’articolo a firma di Maurizio Giannattasio:
“La sorpresa si materializza alle 16 e 30. Dopo quattro anni di assenza dai pubblici comizi, Romano Prodi sale sul palco di piazza del Duomo accanto a Pier Luigi Bersani. I 30 mila accorsi sotto la Madonnina per sostenere la candidatura di Umberto Ambrosoli a presidente della Lombardia esplodono in grida di giubilo. «Prodi presidente della Repubblica!». Lui fa no con il ditino. «La mia non è una discesa in campo. Sono venuto qui per ribadire l’importanza della sfida per l’Italia e per la Lombardia e per farvi l’invito a votare uniti. E poi torno al mio lavoro». Si dice sicuro della vittoria di Bersani e guarda già al futuro: «Matteo Renzi sarà una risorsa». In realtà, il Professore sale sul palco, oltre che per tirare la volata al centrosinistra in un momento cruciale della campagna elettorale, per lanciare un messaggio. Rassicurante. Gli errori del passato non si ripeteranno. La coalizione di centrosinistra non si sfalderà sotto le spinte delle ali. «Questa squadra a differenza del passato resterà unita, perché ha imparato la lezione, e perché è fatta di uomini diversi». Si toglie anche un sassolino dalle scarpe: «Non è che i traditori di centrodestra e centrosinistra abbiano fatto poi una bella fine». È il leit motiv di piazza Duomo. La necessità di rassicurare: non ci sarà un’altra Unione. Lo sottolinea Bersani: «La nostra coalizione sarà stabile e coesa, le loro si frantumeranno. Chi si diverte a sfruculiare la nostra coalizione, si riposi. Noi il nostro patto l’abbiamo fatto con 3 milioni di notai» riferendosi al popolo della primarie. E anche Nichi Vendola sgombera il campo dai dubbi: «Non sarò elemento di disturbo, ma sarò garanzia di governo e stabilita».”
Berlusconi, attacco ai 5 Stelle. Parte la caccia al voto dei delusi. L’articolo a firma di Lorenzo Fuccaro:
“Si è entrati nella settimana finale della campagna elettorale. Silvio Berlusconi cerca di attrarre a sé gli indecisi che, dice, «sono ancora il 15%». Ed è a loro che il Cavaliere si rivolge in un comizio tenuto nel Lingotto di Torino. L’obiettivo è appunto impedire che gli incerti «o non votino o diano un voto di protesta». Partendo da questa considerazione, Berlusconi sferra un durissimo attacco a Beppe Grillo affermando che «sta facendo un’operazione pericolosa per la democrazia. Non propone nulla e le poche cose che dice non hanno nessun senso». Per essere ancora più convincente il Cavaliere imita l’inflessione genovese di Grillo e sostiene che «è un attore professionista dalla consumata capacità istrionica, che segue sempre lo stesso copione, anche le sue battute sono sempre le stesse». Perché Berlusconi dedica tanta energia nel criticare il leader del Movimento 5 stelle? Nessuno lo dice ufficialmente, ma in via riservata più d’uno, nel gruppo dirigente del Pdl, ammette che gli elettori delusi dal centrodestra, nel generale clima di preoccupazione che investe il Paese dopo gli scandali, potrebbero essere tentati di dare il proprio consenso al comico genovese come un segnale di protesta nei confronti del sistema politico. Ed è proprio per scongiurare che ciò avvenga che il Cavaliere indica i rischi di una scelta del genere. «Più dell’ottanta per cento dei candidati delle sue liste — afferma — anziché essere scelti attraverso curriculum vengono da ambienti di estrema sinistra e sono persone che stavano nei centri sociali, nei comitati “no tav” e nei “black bloc”. Grillo è un pericolo per un Parlamento che voglia legiferare».”
«Non usate Dio per avere il potere». L’articolo a firma di Gian Guido Vecchi:
“All’Angelus ha invocato Maria «nell’ora della prova». Ha scandito un’espressione fortissima, specie di questi tempi: «Nei momenti decisivi della vita e in ogni momento siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio?». È tornato a dire che chi fa parte della Chiesa deve «rinnovarsi nello spirito», rinnegare «orgoglio e egoismo», respingere le tentazioni diaboliche subite da Gesù nel deserto che hanno il loro «nucleo» nello «strumentalizzare Dio per i propri fini» preferendogli «il successo, i beni materiali, il potere», bisogna insomma scegliere tra l’«interesse individuale» e «il vero Bene». E quando la sera Benedetto XVI ascolta con l’intera Curia romana gli esercizi spirituali, che ha voluto affidare al cardinale Gianfranco Ravasi, è il grande biblista a completare il quadro evocando, come «icona» della «sua futura presenza tra noi» dopo la rinuncia al pontificato, un passo dal capitolo 17 dell’Esodo, «la grande battaglia che nella valle si sta compiendo tra Israele e Amalek». Mentre la battaglia infuria, racconta Ravasi nel perfetto silenzio della cappella Redemptoris Mater, «Mosè sale sul monte e sul monte si mette in preghiera: “Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole”».”
Elezioni, la guerra della tv. La Stampa: “La politica in tv al centro della corsa elettorale. Grillo ha dato forfait a sorpresa all’intervista programmata su Sky. «Noi preferiamo stare nelle piazze tra la gente», dice il leader di M5S. Monti chiede un confronto a tre. «E’ un dovere». Berlusconi attacca il comico, che definisce «un pericolo per la democrazia». Per il Pd in piazza a Milano, la folla e un riapparso Prodi.”
Le parole e le priorità che decideranno la volata. L’articolo a firma di Gianni Riotta:
“La rete non scommette sulla sua completa rimonta, ma -con gioia o rammarico – riconosce che sarà attore anche nella prossima legislatura. Quanto a Beppe Grillo, gli ultimi sondaggi prima dello stop gli assegnano il voto di un italiano su cinque e la diffusa presenza online, in parallelo al successo di piazza dello Tsunami Tour, corroborano l’ipotesi che il nuovo Parlamento avrà almeno un centinaio di Grillini. Il Pd ha affrontato di petto, in queste ultime ore, gli avversarsi 5 Stelle, vedremo se l’offensiva finale darà frutti. Resta «diesel» la campagna online del senatore Monti, senza picchi forti di presenza e senza declinare. Vedremo se il quarto posto nelle citazioni che la rete riserva al primo ministro saranno, o no, previsione esatta del risultato elettorale. Agli alleati di Monti, gli ex presidenti della Camera Casini e Fini, la rete assegna un ruolo non centrale, ma ricco di citazioni. Molti su twitter collegano a sorpresa le proposte di Fini a quelle di Oscar Giannino, candidato che i sondaggi non favoriscono ma che online suscita interesse.”
“Irascibile e sempre al poligono” Emerge il lato buio di Pistorius. L’articolo a firma di Lorenzo Simoncelli:
“La prima domenica in cella è stata durissima per Oscar Pistorius. Non è potuto andare al Kyalami, l’autodromo tra Pretoria e Johannesburg, dove il campione sudafricano ha conosciuto Reeva Steenkamp e dove di solito faceva capolino nel week end per fare qualche giro in pista con un’auto di grossa cilindrata. La prima e non l’ultima in cella, perché dalle ultime indiscrezioni che emergono si starebbe aggravando di ora in ora la posizione di «Blade Runner». Nel pomeriggio di ieri, infatti, gli inquirenti hanno ricevuto gli estratti delle videocamere di sorveglianza del residence dove vive l’atleta sudafricano. Se confermate, non lasciano scampo a Pistorius e al suo entourage difensivo. Sembrerebbe, infatti, che l’auto della fidanzata avrebbe varcato il cancello del residence alle 18 del 13 febbraio, il giorno prima dell’omicidio. Quindi nessuna sorpresa notturna, né tantomeno l’incredibile ipotesi di averla scambiata per un ladro. Gli inquirenti poi, nel bagno dell’abitazione, che ormai sembra essere a tutti gli effetti il luogo dove si è consumato il delitto, hanno trovato una mazza da cricket insanguinata. Sono ancora in corso gli esami ematici, ma da prime indiscrezioni, il plasma sembrerebbe essere della vittima. Questo lascerebbe pensare che, Pistorius, avrebbe prima colpito Reeva con la mazza in una colluttazione, per poi finirla con i colpi di pistola.”
“Così curiamo i tossici di Internet”. L’articolo a firma di Giuseppe Bottero:
“Don Ciotti si sta sgolando da mesi. Eroinomani, testimoni minacciati dalla mafia, prostitute, barboni, giocatori d’azzardo andati in rovina. Sotto la sua ala si sono rifugiati in migliaia. Ma l’ultimo rovello del prete combattente è la cyber-dipendenza. «È la più sottovalutata» dice. La più pericolosa. «La nostra società si preoccupa dei ragazzi, ma non se ne occupa. Invece dovremmo dare una mano ai giovani a colmare la vita di vita». Ma come si combatte un nemico che non c’è? Un nemico virtuale, così perfido da infilarsi negli oggetti di cui non possiamo fare a meno: computer, telefonini, tablet? Si danza. Sul filo sottilissimo che c’è tra l’uso e l’abuso. Tra la Rete che ti connette al mondo e quella che ti isola dietro il monitor, le tapparelle abbassate, le paure affidate ad un «avatar» capace di cavarsela contro draghi e mostri, figurarsi durante un’interrogazione.”
Scampato pericolo. L’articolo a firma di Massimiliano Nerozzi:
“L’umore si vede dal mattino, se Antonio Conte convoca la Juve alle otto di domani, «per la prima delle due sedute di allenamento», come annuncia il sito internet bianconero. Sottolineato, «mattino presto». Il doppio lavoro non è una novità, l’orario di rientro in caserma, sì. Due giorni di riposo non sono un castigo, ma l’orario d’entrata resta un avviso ben affisso. Che il tecnico aveva anticipato dopo il match con la Roma, con un rapporto tra i più spietati del suo anno e mezzo di comando: «Se a Glasgow avevamo fatto due passi avanti, a Roma ne abbiamo fatto uno indietro. Perché al di là della stanchezza, non abbiamo mai dato l’impressione di essere una squadra, non abbiamo giocato da squadra. Troppi sono andati a braccio, e quando accade questo, può succedere di tutto. Infatti, abbiamo perso».”