BRESCIA – A casa dei coniugi Seramondi, uccisi a Brescia l’11 agosto, era nascosto un tesoretto da 840mila euro. Un tesoretto che era il nero di una vita, accumulato con gli incassi non dichiarati al fisco da parte di Francesco e Giovanna Seramondi. Dopo l’omicidio della coppia, la Guardia di Finanza di Brescia ha trovato a casa dei coniugi, del figlio e in alcune cassette di sicurezza un totale di 844mila euro in contanti.
La Stampa scrive che si trattava del “nero di una vita”, scoperto a due mesi dal duplice delitto per cui sono stati arrestati un pakistano titolare di una pizzeria concorrente e il suo complice di origini indiane:
“Il “nero” di una vita di lavoro sarebbe emerso dai controlli che la Guardia di Finanza di Brescia sta ultimando sui conti correnti e sui movimenti bancari della coppia uccisa. A distanza di due mesi dal duplice delitto, per il quale sono stati arrestati un pakistano titolare di una pizzeria concorrente a quella delle vittime e un complice di origini indiane, gli inquirenti sono inoltre arrivati alla conclusione che il tesoretto da 844 mila euro non è per nulla collegato all’ omicidio.
L’agguato avvenne nella pizzeria “Da Frank”, di proprietà dei Seramondi, lo scorso 11 agosto. Il pakistano Adnan, proprietario del locale “Dolce e Salato” di fronte alla pizzeria dei Seramondi, entrò nel locale con il volto coperto da un casco da moto e impugnando un fucile, con cui sparò 4 colpi mortali verso i coniugi Seramondi. Poi la fuga su una moto guidato dal complice indiano Sarbjit (la targa del motorino fu uno degli elementi che fecero risalire all’assassino. Poi il pakistano tornò nel suo locale, e simulando indignazione rilasciò alcune dichiarazioni di sconcerto per l’accaduto alle tv locali che stavano raccogliendo opinioni sul delitto”.