”Nadia Macrì è una grande bugiarda, una donna irrequieta, insoddisfatta della vita, che cerca solo pubblicità”. Lo dice all’Ansa l’ex marito, Tony Di Bella, 30 anni, dopo alcune interviste pubblicate da quotidiani. L’uomo vive in Sicilia, a Gela, la stessa città dove, con i nonni paterni che l’hanno avuto in adozione, abita il figlio di sei anni, nato dal matrimonio con la ragazza che sostiene di aver avuto rapporti sessuali con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
”Nel 2008, quando la vidi l’ultima volta in tribunale, seppi che stava tentando di entrare a far parte della casa del ‘Grande Fratello’, ma non ci riuscì ed ora forse si sta vendicando – aggiunge – L’ho conosciuta nel 2000 a Parma, nella discoteca ‘Dadaumpa’ dove lei faceva la cubista”. ”Io lavoravo come agente di commercio – prosegue – Facemmo amicizia e decidemmo di convivere a Reggio Emilia. Non mi piaceva il suo lavoro in discoteca. Così le aprii un bar con i soldi ricavati dalla vendita dell’appartamento che mio nonno mi aveva lasciato in eredità a Gela. Quell’esperienza però durò poco. Nel 2003, vendemmo il bar e acquistammo una profumeria. Mi indebitai fino al collo. Ma non fu una idea felice. Lei non era donna da stare in un negozio. Sette mesi dopo cessò l’attività. Rimase incinta e decidemmo di sposarci. Celebrammo le nozze il 14 febbraio del 2004. Il 16 maggio nacque nostro figlio che oggi, con ottimi risultati, frequenta la prima elementare e gioca a calcio, come attaccante, in una squadra giovanile di Gela. La madre non lo cerca nemmeno. Si è dimenticata completamente di lui e non si cura del danno che ancora oggi gli sta arrecando con il clamore delle sue uscite su giornali e tv”.
”A Gela – conclude – venne una decina di volte, sempre con riluttanza. Odiava questa città. Ci maltrattava anche fisicamente: sia me che il bambino. Una volta, nel 2005, la denunciai e la feci arrestare. Il bambino per due anni e mezzo fu dato in affidamento provvisorio a una famiglia di Reggio Emilia, poi ai miei genitori, definitivamente. Avviai la pratica di divorzio. Mi minacciò dicendomi che me l’avrebbe fatta pagare. Seppi che faceva la escort”.
