ASCOLI PICENO – Melania Rea e la soldatessa di Lecce, con cui il marito aveva una relazione, si sono sentite al telefono due volte pochi giorni prima che la donna fosse uccisa. La soldatessa, ascoltata dagli inquirenti, lo ha detto: “Melania sapeva della relazione tra me e il marito e mi aveva contattata diverse volte”. Ora l’attenzione degli investigatori è concentrata su quelle due telefonate dei giorni immediatamente precedenti la scomparsa della donna.
La soldatessa ha confermato agli inquirenti che Melania l’aveva chiamata diverse volte per chiederle di lasciar stare il marito. . “È vero, Melania sapeva tutto di me e Salvatore – ha confermato lei – non voleva perderlo. Da quando era tornata a casa controllava ogni sua mossa. Mi ha anche telefonato urlandomi di lasciarlo in pace. Incontrarci era sempre più difficile. L’ultima volta che siamo riusciti a vederci era gennaio. Ci siamo dati appuntamento in un paesino, al confine tra le Marche e il Lazio. Ma abbiamo continuato a sentirci”. Ma gli investigatori sono interessati soprattutto da quelle ultime telefonate prima della morte: soprattutto vogliono scoprire se tra quelle telefonate e l’omicidio ci sia un collegamento.
Lo studio dei tabulati mira anche a stabilire con precisione la posizione dei sospettati durante tutta quella tragica giornata del 18 aprile. È un lavoro complesso, affidato al Ros dei carabinieri, che riguarda diverse persone: tra queste conoscenti della famiglia, il marito di Melania, la soldatessa e la stessa vittima.
Intanto sembra quasi certo che il luogo del delitto sia proprio lo stesso del ritrovamento del cadavere: il Chiosco della Pineta più volte passato al setaccio dagli specialisti del Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri.