“Silvio li fa e poi li accoppia”, ci riferiamo all’annuncio, non smentito da alcuno, che la Consap sarĂ presieduta dalla deputata “responsabile” Maria Grazia Siliquini e da Mauro Masi, attuale direttore gererale della Rai.
Ci sembra la giusta fotografia dell’Italia berlusconiana. La signora Siliquini è passata in pochi giorni dal presidente Berlusconi al presidente Fini, con biglietto di andata e ritorno.
Qualche giorno fa era giĂ stata indicata come consigliere dell’ente Poste, ma si era subito dimessa perchĂ© “preferisco restare in Parlamento”, ci ha ripensato un’altra volta, adesso è pronta per la presidenza, chi sa se cambierĂ ancora idea da qui alla nomina definitiva, anche se i posti da sottosegretario sono giĂ stati prenotati da quelli piĂ¹ “responsabili” di Lei…
Mauro Masi, invece, se ne va malvolentieri, ma è un prezzo che il presidente del Consiglio ha dovuto pagare al ministro Tremonti che, a sua volta, non aveva e non ha intenzione di pagare il conto di una gestione che non ha soddisfatto, dal punto di vista dei bilanci, neppure lui.
Sia chiaro a Masi non sono state rimproverate “infedeltĂ politiche”, ma carenze gestionali, improvvisazioni, dilettantismi e persino mancate epurazioni.
Se ne andrĂ sul serio? Ci saranno altri colpi scena? I falchi riusciranno a tenerlo in vita o si accontenteranno di blindare il nuovo direttore generale?
Di questo si sta parlando in queste ore, di come circondare il nuovo o la nuova direttrice generale, di come garantire alla destra berlusconiana e alla Lega il controllo integrale della cabina di comando, senza eccezione alcuna.
Le prime vittime designate saranno le trasmissioni sgradite ed i quesiti referendari che dovranno essere oscurati e cancellati.
Se e quando Masi se ne andrĂ sarĂ comunque una vittoria di chi ha chiesto le sue dimissioni e di chi, dentro la Rai, lo ha sfiduciato, a cominciare dal clamoroso referendum coraggiosamente voluto dall’Usigrai e che ha sancito la piĂ¹ clamorosa disfatta mai registrata da un dirigente generale del servizio pubblico.
Sarebbe perĂ² un errore gravissimo coltivare illusioni sul futuro. Sino a quando Berlusconi ed il suo conflitto di interessi resteranno la stella polare del governo e della maggioranza, sarĂ quasi impossibile, per un qualsiasi direttore generale, emanciparsi dai voleri del presidente del Consiglio e dalle sue voglie censorie.
Per queste ragioni, sin da oggi, ci permettiamo di invitare tutti, ed in particolare le opposizioni, a coltivare l’arte della prudenza perchè starĂ al nuovo direttore dimostrare che non solo non sarĂ “l’ultima raffica di SalĂ²”, ma anzi tenterĂ , nei limiti delle sue possibilitĂ , di chiudere una delle piĂ¹ brutte pagine della storia della Rai.
