Un terreno di cui i legittimi proprietari, da anni, non riuscivano a rientrare in possesso perché minacciati da un gruppo di balordi che se ne volevano impossessare,è stato consegnato alla cooperativa sociale ”Giovani in vita” di Sinopoli (Reggio Calabria).
La cooperativa, che gestisce beni confiscati alla ‘ndrangheta, dovrà adesso decidere sull’utilizzo del terreno agricolo su cui sono piantati un centinaio di ulivi, alcuni dei quali secolari.
La famiglia proprietaria del terreno l’aveva dato in affitto ad una persona che poi l’aveva abbandonato. Quando i proprietari hanno cercato di riprendere possesso del terreno sono stati minacciati, ripetutamente, da un gruppo di persone che aveva messo gli occhi sul fondo.
La vicenda è venuta a conoscenza dei giovani della cooperativa che si sono rivolti al procuratore di Palmi (Reggio Calabria), Salvatore Creazzo, il quale ha subito informato il collega di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo.
Le indagini, condotte dalla polizia, hanno portato, nel luglio scorso, alla condanna in primo grado di cinque persone a pene variabili dai 3 anni e mezzo ai 5 anni e mezzo per le minacce. Visto che i cinque sono ancora in libertà, i proprietari del terreno hanno deciso di affidarlo alla cooperativa.
Mercoledì mattina l’epilogo della vicenda e la consegna ai giovani delle Cooperativa del terreno da parte dei proprietari, alla presenza del procuratore di Vibo Spagnolo e del prefetto Luisa Latella.