MILANO – Dopo sei mesi di indagini e diversi telefoni sotto controllo il quadro che emerge sul calcio scommesse rischia di travolgere i campionati di serie B e Lega Pro, con possibili ripercussioni anche su quello di A. Sono 606 pagine di ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Cremona Guido Salvini che raccontano di un’organizzazione criminale di 16 persone che ha interferito almeno su 18 partite, riuscendo a condizionare il risultato di parecchie di esse e incassando centinaia di migliaia di euro con le scommesse.
Domenica 14 novembre 2010 allo stadio Zini di Cremona i padroni di casa della Cremonese battono 2-0 la Paganese nel girone A di Lega pro. Durante l’incontro un collaboratore dello staff e 5 calciatori si sentono male, quasi cadono in catalessi. Due finiscono in ospedale e un terzo mentre torna a casa perde i sensi e il controllo dell’auto tamponando un’altra vettura. Le analisi scoprono nel sangue una presenza anomala di Lormetazepan, un ansiolitico probabilmente ingerito con il tè caldo negli spogliatoi. Quando la società denuncia l’inquietante episodio il procuratore Roberto Di Martino decide di mettere sotto controllo i telefoni di chi era negli spogliatoi. Da qui parte l’indagine e le intercettazioni serviranno poi per “capire il sistema”.
Come riporta il Corriere della Sera l’attenzione della polizia si concentra subito sul 26enne portiere Marco Paoloni. I telefoni dicono che è in contatto con personaggi del mondo delle scommesse, come Massimo Erodiani, al quale fanno capo alcune ricevitorie, Marco Pirani, un odontoiatra di Stirolo (Ancona), e Giorgio Buffone, Ds del Ravenna calcio.
Come spiega il gip Guido Salvini, “Erodiani, Pirani e Buffone contano su propri calciatori corrotti che sono lo strumento stabile di possibili ulteriori rapporti con altri calciatori della stessa squadra o di altre, che scommettono nelle stesse partite che truccano e che a volte sono costretti a firmare assegni in pegno a garanzia che si comportino bene con un rigore causato al momento giusto o un’apparente distrazione che in difesa consenta all’avversario di fare gol”. Non sempre, però, ci riescono perché “se non vi è un accordo direttamente tra le società , o comunque a conoscenza di tutti i giocatori, non esiste certezza”.
C’è poi la “cellula dei Bolognesi”, quella di cui farebbe parte Beppe Signori. Indagato per associazione a delinquere e illecito sportivo, Signori viene pedinato dalla Polizia che lo fotografa il 15 marzo con altri personaggi coinvolti nell’inchiesta. Avrebbe investito “60 mila euro sulla partita Atalanta-Piacenza” del 19 marzo 2011 per la quale sono indagati anche il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni e il calciatore del Piacenza Carlo Gervasoni, che “avevano realizzato la combine”.
L’organizzazione aveva previsto tutto nei dettagli con almeno tre reti segnate addirittura in specifici momenti. Così avviene: il primo gol è di Doni su calcio di rigore per fallo del piacentino Zanoni. Doni segna anche la seconda rete su fallo di rigore, guarda caso, di Gervasoni. La terza ha la firma di Ruoppolo. Per Padova-Atalanta del 26 marzo l’obiettivo dell’organizzazione è il pareggio e, infatti, finisce 1-1.
L’organizzazione a questo punto tenta il grande salto e ci prova anche con la Serie A. Il tentativo però fallisce, non riescono a condizionare Inter-Lecce del 20 marzo che si chiude sull’ 1-0, invece che con almeno 3 gol, come avevano scommesso. Paoloni aveva fatto credere di poter combinare la gara con la complicità di giocatori del Lecce. Forse millantava, contando su un Inter che, in lotta per lo scudetto, avrebbe comunque strapazzato un Lecce che giocava per la salvezza. Un episodio che coinvolge anche l’ex calciatore Stefano Bettarini, divorziato dalla showgirl Simona Ventura, al quale Bellavista rivela la combine invitandolo a scommettere.
Nel complesso l’operazione sarebbe costata, secondo Erodiani 300 mila euro, 150 mila li perdono i “Bolognesi”, 60 ce li rimette il solo Signori. Un fallimento che, unito a quello di Benevento-Pisa (1-0 invece di 4 gol garantiti da Paoloni), scatena “una sorta di caccia all’uomo”, con minacce pesanti e un tentativo di estorcere al portiere corrotto 13.000 euro di risarcimento. Beppe Signori compare pure nelle scommesse per Atalanta-Piacenza del 19 marzo e Benevento-Pisa.