MODENA – La procura di Modena ha disposto martedì 8 febbraio una perquisizione della casa di Riccardo Riccò a Serramazzoni, sull’Appennino modenese.
Il Nas ha controllato l’interno dell’abitazione, ma non risulta che siano stati trovati riscontri che provino una pratica dopante da parte del ciclista, che si era sentito male nella notte tra sabato e domenica dopo un allenamento.
Fonti vicine al corridore riferiscono che potrebbe abbandonare in tempi brevi il reparto di Rianimazione, dove è ricoverato da domenica all’Ospedale di Baggiovara di Modena, per essere trasferito a un altro reparto.
Sul malore di Riccò è stata aperta un’inchiesta da parte della Procura di Modena. Ieri, infatti, un medico del Pronto Soccorso, come confermato dal procuratore della Repubblica di Modena Vito Zincani, ha detto che Riccò avrebbe ammesso una autoemotrasfusione compiuta iniettandosi sangue conservato in frigorifero per venticinque giorni. Una pratica espressamente vietata dalle normative antidoping fin dal 1985.
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