MADRID- La luce di Leo Messi si accende sul Clasico quando la bellezza sembrava ormai bandita dal campo del Bernabeu. Il Pallone d’Oro punisce con una doppietta memorabile nell’ultimo quarto d’ora un Real horror disegnato da Mourinho solo per difendere, ma a quel punto gia’ ridotto in dieci. Il secondo gol dell’argentino e’ un lampo folgorante alla Maradona, uno slalom tra i difensori impotenti. La finale di Champions e’ ormai nelle mani del Barcellona, per il Machiavelli portoghese una dura sconfitta con espulsione al 63′ per aver ironizzato sulla cacciata poco prima del rude Pepe.
Quest’ultimo e’ uno dei simboli della rinuncia a giocare: un difensore centrale schierato a centrocampo. Ancora una volta il Real ha finito in 10 contro il Real, ma forse e’ solo il prezzo che si paga per tentare di non far giocare la meraviglia di Guardiola. Mourinho invece parla di strapotere politico del Barcellona e di ”schifo” di fronte a quelle che considera tremende ingiustizie, in particolare l’espulsione di Pepe. In realta’, la finale giustifica i mezzi, ma al confronto di Mourinho l’autore del ‘Principe’ era un idealista. Nel primo tempo del Real solo Cristiano Ronaldo resta dietro la linea della palla e si arrabbia con i compagni che non pressano. Il Barca prova a fare il Barca, pero’ con la muraglia cinese dello Special One e’ dura. Villa sfiora il gol con un tiro a giro al 10′, Messi non riesce a liberarsi ma manda Xavi al tiro in area: Casillas respinge. Tensione sull’arbitro Stark, il Barca chiede il giallo per un mani di Ramos, poi il rosso per Arbeloa e per Marcelo, ma invano. Ramos sara’ ammonito nella ripresa e non ci sara’ al Camp Nou. Il Real praticamente non tira in porta. Parapiglia a bordo campo prima del ritorno negli spogliatoi, si distingue il portiere blaugrana Valdes. Mourinho nella ripresa mette il lungo Adebayor per l’inutile Ozil e le merengues cercano di alzare un po’ la testa. Si continua a giocare male e a picchiare, finche’ Pepe non entra scomposto su Dani Alves: rosso, forse eccessivo. Mourinho prima ne parla con il capitano del Barca Puyol, poi irride al guardalinee dicendogli ‘Ben fatto’ in inglese, piu’ volte, e mostrandogli il pollice. Fuori anche lui, si siede in tribuna.
A quel punto el toro blanco e’ pronto per la mattanza. Pedro manda fuori di testa a porta vuota dopo un miracolo di Casillas su Villa. Guardiola lo toglie, mette Afellay e l’olandese a 14′ dalla fine salta Marcelo a destra, crossa da ala vera, Messi anticipa il difensore sul primo palo e di sinistro fa 1-0. Primo gol subito dal Real in casa in questa Champions. Caduto il fortino, arriva la meraviglia. Il Pallone d’Oro chiede sponda a Busquets sulla trequarti e parte da solo: slalom tra gli avversari, palla dal sinistro al destro e rasoterra morbido a incrociare sul palo lontano. Undici gol in 11 partite in questa Champions: non chiamatelo piu’ ‘la pulce’, e’ troppo riduttivo. Il Barca ce l’ha, al Real resta solo la teoria del complotto e un ritorno da ‘mission impossible’, come dice il suo condottiero furente.
