C’è anche di ritorno dal Padova il giovanissimo El Shaarawy, nome egiziano, mamma di Savona, diciotto anni, fortissimo, uno che sta trascinando la sua squadra in A. Preziosi se lo vuol tenere a tutti i costi, disposto a mollare un altro attaccante-bisontino, Matteo Destro, mezzo dell’Inter mezzo del Genoa, dicono un talento ancora un po’ immaturo. E non bisogna dimeticarsi di Ze Eduardo, centroavanti del Santos brasiliano, un tipo duro con cresta bionda e faccia da indio, che non è potuto ancora arrivare per questioni di passaporto, ma che è già del Genoa, fabbrica di centroavanti.
Mica abbiamo finito: tra le punte ci sono ancora il deludente Meggiorini, prestato al Bologna e ora da dirottare chissà dove, dopo un campionato moscio e l’ungherese Rudolf, prestato al Bari, rientrabile e pur sempre nazionale nel suo Paese.
Tanto per non privarsi di nulla Preziosi ha anche ingaggiato nell’ultimo campionato lo svedese Hallenius dal Lugano, giovanissimo, una punta anche lui in attesa di sistemazione, ma scalpitante come può essere un ragazzo di 20 anni. Roba da far girare la testa solo a guardare l’attacco.
E il resto? Tra centrocampisti anche di grande fama come l’interista Hussein Kharja e l’ancora inespresso Franco Zuculini, argentino da due spiccioli di partite, rispedito a casa, il roccioso slavo Tomovic e il volatile croato Fatic e il promettentissimo e deludente portoghese Veloso, uno che tira le punizioni come il pallone d’oro Cristiano Ronaldo, incerto se restare o andare, e difensori di chiara fama come il Ranocchia oramai interista e azzurro, come lo sloveno Birsa, preso dall’Auxerre, come il cileno Seymour, definito un piccolo Gattuso, preso dall’Università di Cile, l’armata Genoa sembra un grande mercato.
Preziosi ci vuole sbozzare una squadra che salga un po’ più in su dell’ultimo nono posto e gli altri presidenti ci possono pescare i jolly che servono, in seria A, in serie B e anche negli altri campionati stranieri.
Insomma il fenomeno Preziosi è molto più vasto di quel che appare, considerato che quelli citati sono solo una parte dei giocatori che il joker e i suoi collaboratori, un esercito schierato a piramide con il direttore tecnico Stefano Capozucca, in cima e decine di osservatori in tutti i continenti, altro che dagli Appennini alle Ande, stanno “trattando”.
