Incendi: decine ancora attivi in Sicilia e Calabria. Un agricoltore di 30 anni, nella giornata di ieri è morto a Paternò, in provincia di Catania. L’uomo è stato schiacciato dal suo trattore nel tentativo di spegnere un incendio trasportando una botte piena d’acqua sul mezzo. All’altezza di una curva, il trattore si è capovolto e lui è morto sul colpo.
Un collega ora si sfoga su Facebook: “Sono incendi mafiosi lo sanno tutti. La Regione ci lascia da soli davanti a questi incendi di stampo mafioso e un ragazzo è appena morto cercando di spegnerlo. Che cosa dobbiamo fare?!”.
Ancora incendi in Sicilia e Calabria
Il sud Italia brucia ancora. Il fuoco sta assediando soprattutto la Sicilia e la Calabria dove vasti incendi stanno continuando a divorare le aree boschive. Nella notte nuovi roghi sono divampati in provincia di Palermo. Ad essere colpite, ancora una volta, le montagne delle Madonie. Le fiamme hanno interessato le zone di Polizzi Generosa, Castellana Sicula e Geraci.
Da questa mattina è tornata a bruciare anche la zona delle Petralie, devastata nei giorni scorsi da decine di incendi che hanno distrutto ettari ed ettari di bosco e macchia mediterranea. Per tutta la notte Vigili del Fuoco, forestali e operatori della protezione civile hanno cercato di proteggere aziende e abitazioni.
Il sindaco di Petralia: “Madonie colpite. Alle favole crediamo quando siamo piccoli”
Mentre il sindaco di Petralia Soprana, Pietro Macaluso, fa la conta dei danni: una decina di cittadini intossicati e più di cento persone evacuate.
“Siamo stati sotto attacco – ha sottolineato -. Non si capisce perché, ma le Madonie sono state colpite in modo chiaro. Alle favole crediamo quando siamo piccoli”.
E a Linguaglossa, in provincia di Catania, un’area boschiva a ridosso del parco dell’Etna è stata divorata dal fuoco. L’incendio ha distrutto anche alcuni vigneti e casolari di agricoltori. Intanto a Pergusa, in provincia di Enna, le fiamme hanno raggiunto la riserva naturale. Almeno sei i punti dai quali il fuoco si è sviluppato avvolgendo tutta la conca pergusina. Il bagliore dell’incendio era visibile nella notte anche da Enna.
E continua a bruciare anche la Calabria. “Sono 59 i roghi attivi. Un dato in diminuzione rispetto alla giornata di ieri, ma la situazione continua a essere grave” ha detto il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì. Le criticità maggiori si registrano nel Reggino: da Cardeto a Grotteria, da Mammola a San Luca e Cittanova.
Ieri la Giunta regionale ha chiesto formalmente al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza. Dal 15 giugno, data d’inizio della campagna antincendi boschivi, i Vigili del Fuoco hanno effettuato 48.656, oltre 20mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (quando furono 28.160).
Secondo i dati del centro operativo nazionale dei Vigili del Fuoco, per ritrovare numeri simili bisogna tornare al 2017, quando gli interventi fino all’11 agosto furono 50.004. Rispetto allo scorso anno, inoltre, sono più che raddoppiati anche gli interventi dei Canadair – 879 contro 359.
La situazione incendi è seguita da vicino dal presidente del Consiglio Mario Draghi e nelle prossime ore il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio sarà in Calabria per fare il punto con le autorità locali e provvedere alle prime richieste che arrivano dal territorio.