ROMA – Lo spot della Fondazione Italiana Diabete Onlus, realizzata dall’agenzia Armando Testa per sensibilizzare a sostenere la ricerca con la raccolta del 5 per mille, fa discutere.
Nella spot, si vede un bambino ha il volto da adulto. A casa, di sera, la madre gli toglie la maschera, ma il suo viso non si vede perché non esiste una cura alla sua forma più grave di diabete, quello mellito di tipo 1.
Le famiglie dei bambini e le associazioni che le rappresentano chiedono che sia ritirato: “Sono immagini che rischiano di vanificare il lavoro svolto in 30 anni di attività”, accusa Antonio Cabras, presidente della Federazione nazionale diabete giovanile. “Ci battiamo per aiutare questi bambini a realizzare il migliore stile di vita possibile”.
Secondo Cabras, lo spot trasformerebbe questi bambini in autentici mostri. Secondo i genitori invece, il fine dello spot è giusto, ma il messaggio è fuorviante e dà una immagine falsa.
In Italia circa 20mila persone, tra 0 e 14 anni, soffrono di questo diabete, con un’incidenza in forte aumento. La Federazione ha segnalato lo spot al ministro per le Pari opportunità, a quello delle Politiche sociali al Garante per l’infanzia e a quello per la concorrenza e il mercato chiedendo un intervento.
Non si aspettava tante polemiche Nicola Zeni, presidente della Fondazione Italiana Diabete, perché “la campagna vuole rappresentare le difficoltà che un bambino deve affrontare: lo dico da padre di un bambino di 9 anni che si è ammalato quando aveva 18 mesi. La “maschera” sono le difficoltà che costringono i bambini a una rapida crescita psicologica, perché devono affrontare controlli, iniezioni e sacrifici. Ogni altro significato è frutto di una errata lettura”.
Però, avverte Zeni, esiste un rifiuto della malattia, che tanti chiamano “condizione”, mentre “il diabete è tra le prime cause di morte al mondo: la ricerca come quella del professore Camillo Ricordi, esperto mondiale delle nuove terapie, potrà guarirli”. Difende lo spot il suo coautore Gian Armando Testa: “L’obiettivo era dare una spallata per spiegare che il diabete è grave e subdolo”. Ma un bambino sa cogliere la metafora? “È un messaggio pensato per sopravvivere nel mare magnum della comunicazione: al bambino diciamo che il diabete è un peso che si porta nella quotidianità ma gli diamo una speranza perché la maschera verrà tolta”.
Lo spot:
