Nell’Italia povera ma bella, ha detto Porro, “De Laurentiis e Ponti fondano la produzione dal doppio nome. I contanti vengono dai film con Totò, ma si sviluppano rivalità di mogli divine: il Mambo Mangano «contro» la Donna del fiume Loren, ma in L’oro di Napoli le ragazze sono insieme in episodi separati. È l’ora dei capolavori felliniani La strada e Le notti di Cabiria. Dino, su cui Kezich e Levantesi hanno scritto una documentata biografia, voleva il prodotto international gusto kolossal: l’Ulisse aprì la stagione peplum di Cinecittà verso la Hollywood sul Tevere. Continua con le produzioni all star, da Guerra e pace a Barabba alla Bibbia, convincendo perfino una regina cinefila, Soraya, a debuttare senza fortuna in I tre volti (un episodio era di Antonioni). Dopo il divorzio da Ponti, Dino fa centro nazional popolare con La grande guerra, che gli porta il Leone d’oro marchio della distribuzione. Sono gli anni della commedia italiana (i capolavori Tutti a casa e Una vita difficile, il Boom, Mafioso…), assume in esclusiva Sordi per cinque anni, due film a stagione”.