Per dare un posto di lavoro ai tanti giovani che lo aspettano, alle loro condizioni (il lavoro invece c’è, tanto che abbiamo assorbito cinque milioni di stranieri), illusi anche dalle irresponsabili parole di politici e giornali, in questi tempi di crisi, in cui nuovi posti di lavoro non possono nascere e risolvere il problema dell’occupazione giovanile non può essere che un gioco dei quattro cantoni, la strada è solo quella di rendere licenziabile (precarizzare si dice?) chi quel posto lo ha già.
Ma mentre tutti parlano dei giovani, nessuno sembra pensare a quanti, sulla mezza età, verrebbero espulsi dal ciclo produttivo, per scarso rendimento come per semplici ragioni di risparmi aziendali, con poche possibilità di riciclo. Tutti presi dalla mitologia giovanilistica, ai poveri “vecchi” non pensa proprio nessuno, in termini di ammortizzatori sociali, prepensionamenti. Anche perché la coperta è corta: se nel sistema non ci sono i soldi per nuovi posti di lavoro, difficilmente sarebbero disponibili risorse per appesantire il sistema pensionistico, che a sua volta si vuole invece alleggerire ritardando l’andata in pensione finoa 70 anni.
Finora Berlusconi, stretto fra i veti della sua maggioranza e anche dell’opposizione, si è barcamenato e alla fine sembrava avere individuato una strada che è da lui. Prepensionare i dipendenti pubblici, in apparenza per andare nel senso voluto dalla Bce, ma anche per costituire le premesse per un po’ di assunzioni di massa.
Quello che invece sembra la fine della storia è che i nuovi posti verranno chissà quando, dopo anni e anni di crescita dell’economia, se mai ci saranno visti gli scenari dell’economia globale. Nel frattempo il governo, di qualsiasi colore, dovrà gestire una situazione tutt’altro che piacevole di conflitto e scontro sociale.
Questo l’hanno ben capito i politici e per questo alla fine hanno accettato Monti, l’unico che, lui ci piaccia o non ci piaccia, appare in grado di garantire quelle forze internazionali che un po’ di vendite allo scoperto possono mettere in ginocchio qualsiasi paese.
Sarà disponibile Monti a sobbarcarsi l’impopolarità dei provvedimenti che la Bce ha messo nero su bianco?
