
Francia, conti in tasca al primo turno: chi vota Macron e chi Le Pen al secondo (foto Ansa)
I conti in tasca al primo turno delle presidenziali francesi dicono che al ballottaggio Emanuel Macron va con un vantaggio potenziale pari a 8/9 per cento dei voti che saranno espressi al secondo turno del 24 aprile. Vantaggio su Marine Le Pen e sulle sue potenzialità elettorali. Non i conti in tasca ai sondaggi, i conti in tasca ai voti reali del primo turno.
Sondaggi e suspenceÂ
Da tempo, da qualche tempo ogni volta e ovunque si va a votare i sondaggi dell’ultimo miglio della campagna elettorale segnalano un “testa a testa”. Poi spesso e volentieri il testa a testa nei risultati elettorali non c’è. Però è servito a tenere viva una qualche attenzione di marketing demoscopico e a tenere a riparo i sondaggi stessi da clamorose smentite sul campo. E’ andata così anche al primo turno delle presidenziali francesi: i sondaggi davano Macron e Le Pen appaiati, anzi qualcuno dei primi exit poll made in Belgio davano Le Pen un’incollatura davanti a Macron. I voti veri hanno detto Macron 27.6 per cento, Le Pen 23,4 per cento. Cui aggiungere, rispettivamente, al secondo turno…
Chi vota per Macron al ballottaggio
La sorpresa elettorale del primo turno è il quasi 22 per cento di Melenchon (una sorta di Rifondazione comunista più M5S in salsa francese). Melenchon ha già detto: “Non un voto (nostro) a Marine Le Pen“. Non ha detto di votare per Macron. Si può quindi ipotizzare che appena due su dieci di chi ha votato Melenchon al ballottaggio voterà Macron.
E quindi Macron 27, 6 più 4 per cento…Più la quasi totalità dei voti andati alla centrista (gollista) Valerie Pecresse (4,8% in tutto). Quindi Macron 27,6 più 4, più 4…Più due terzi del voto “verde” andato a Jadot (4,6%). Quindi Macron 27,6 più 4 più 4, più 3 per cento. Più una buona metà dei voti andati ad Anne Hidalgo (1,7%, voti di centro sinistra). Quindi Macron 27,6 più 4, più 4, più 3, più 1 per cento. Più ancora una quota bassa dei voti centristi andati a Lassalle, non più di un altro uno per cento. Niente invece a Macron dal complessivo 4 per cento dei voto raccolti dai vari candidati della gauche in vario modo comunista. I conti in tasca al primo turno dicono che per Macron al secondo e decisivo turno sono disponibili e potenziali il 41,6 per cento dei voti.
Chi vota per Le Pen al secondo turnoÂ
Una quota degli elettori di Melenchon lo faranno, in ostilità e dispetto alla candidatura Macron e in affinità anti sistema con la destra. Da Melenchon a Le Pen viaggerà presumibilmente un 5 per cento dei voti totali (uno su quattro del 22 per cento di voti per Melenchon). Quindi Le Pen 23,4 per cento più 5 per cento…Più la gran parte dei voti andati a Zemmour iper destra populista. Quindi 23,4 per cento più 5, più circa 6 per cento. Più ancora un 2 per cento che verrà dai voti per la piccola altra destra sovranista di Dupont Aignan. Quindi 23, 4, più 5, più 6, più 2…In totale circa un 36/37 per cento dei voti complessivi.
Fa 5 per cento, perché allora gap 7/8 per cento?
Voto potenziale per Macron al ballottaggio tra il 41 e il 42 per cento, voto potenziale per Le Pen al ballottaggio tra il 36 e il 37 per cento. Differenza intorno al 5 per cento. Perché allora stimare dal primo turno una differenza intorno all’otto per cento. Perché c’è una variabile: il numero di quelli che saranno i votanti. Al primo turno non ha votato il 25 per cento dei francesi aventi diritto. Al ballottaggio questa percentuale aumenterà di qualche cifra perché una quota di elettori, perso il “suo” candidato/a, perderà motivazione. E quindi la percentuale dei votanti effettivi peserà sulle percentuali di consenso dei due candidati rimasti.
E perché un calo del numero degli elettori dà maggior vantaggio a Macron? Perché l’elettorato della Le Pen è quello che più facilmente sente la “fatica” di un secondo voto. E perché forse la stima di due/tre voti su dieci per Melenchon che diventano voti per Marine Le Pen sottostima appunto la scelta astensionista che apparirà a quegli elettori la più conseguente e opportuna.