Al nord, negli stessi luoghi dove la Lega ha fatto il pieno di voti alle regionali succede uno strano, in apparenza poco comprensibile, fenomeno: al Comune vengono eletti candidati di centrosinistra. A Venezia il ministro Renato Brunetta è molto indietro rispetto al rivale Giorgio Orsoni: un pezzo da novanta del governo di Berlusconi esce clamorosamente ridimensionato da una contesa dove poteva sfruttare l’onda lunga del successo alle regionali. Se doveva essere un referendum sulla sua personalità politica, ne è uscito a pezzi prendendo dieci punti in meno, a Venezia, di quelli ottenuti dal collega di governo Luca Zaia.
Ma la stessa sorte è toccata all’ex ministro Roberto Castelli a Lecco, sconfitto al primo turno da Virgilio Brivio. A Lodi, almeno al primo turno, è in vantaggio Guerini del centrosinistra contro Tadi. A Mantova stessa storia, con la vittoria di Virgilio Brioni che ha sconfitto Sodano del centrodestra.
Un piccolo segnale nel contesto della debordante affermazione del centrodestra trascinato dalla Lega. E’ presto per giudicare il diverso comportamento degli elettori del nord alle regionali e alle comunali. Quando il voto si fa meno politico, quindi, il centrodestra sembra cedere qualcosa nonostante la Lega e la sua radicata presenza sul territorio.