17.52: Casini: Il governo si prepara a tirare a campare. ”Dopo due anni il governo Prodi e’ andato a casa, dopo due anni il governo Berlusconi con cento voti in piu’ di maggioranza e’ alle prese con la contabilita”’ e si ”prepara a tirare a campare, esattamente come tutti gli altri prima”. Lo afferma Pier Ferdinando Casini leader dell’Udc nella dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo in aula motiva il no dei centristi alla fiducia. ”Noi abbiamo assunto un impegno d’onore con gli elettori”. E questo, spiega Casini ”ci porta a confermare i 36 voti gia’ espressi in precedenza e a dire no alla 37ma fiducia” al governo.
Casini si rivolge al premier: ”io le voglio bene lei lo sa, e’ un mio punto debole, sono buono come lei. Ma oggi e’ venuto qui e ci ha spiegato che c’e’ stata una scissione nell’Udc. Io pensavo che fossimo qui perche’ c’era stata una scissione nel Pdl di 35 deputati e 10 senatori… mi ero sbagliato, non avevo capito, sono uno sprovveduto”. Il leader dell’Udc sottolinea il fallimento del bipolarismo e promesse non mantenute.
”Il premier ha presentato alla Camera un elenco di buone intenzioni”, dal quoziente familiare al piano per la vita: ”realizzi questi punti, noi li voteremo, ma non possiamo fare a meno di rilevare cio’ che frappone oggi l’approvazione di questi provvedimenti al dibattito che stiamo facendo”. ”Dal 94 – ricorda Casini – sono gli stessi buoni propositi, lei non e’ al primo giorno di scuola” e ”se non li ha realizzati la colpa non puo’ essere sempre e solo degli altri. Lei non puo’ essere Alice nel paese delle meraviglie e qui le meraviglie non ci sono”. Casini ricorda quindi gli attriti degli ultimi mesi nel Pdl: ”questa giornata – dice – segna l’epilogo di una stagione segnata da odio e da dossier”, un periodo in cui alcuni ”uomini sono stati colpiti anche nei loro affetti piu’ intimi. Una stagione che speriamo si chiuda oggi perche’ ha disgustato gli italiani”.
Oggi, prosegue Casini ”noi continuiamo sulla nostra strada che e’ quella dell’opposizione repubblicana che nulla ha a che fare con le strade del trasformismo che a nostro parere sono il cancro della vita democratica”. ”Mantenere le promesse – dice – questa e’ la svolta etica”. Quanto alla giustizia, ”noi siamo garantisti, abbiamo a volte candidato condannati e contenti che poi siano stati assolti, ma per essere credibile non puo’ essere indulgente sempre con corrotti e corruttori. La prima Repubblica e’ morta perche’ non ha saputo distinguere tra chi aveva servito la politica e chi ne aveva approfittato in modo vergognoso”.
E con una ”casta che si autoassolve sempre e comunque, alimenteremo il qualunquismo e forse sara’ Di Pietro o Grillo a beneficiarne, non certo noi”. ”Noi – ricorda Casini – avevamo indicato una strada lineare che era quella di ammettere la crisi, ma lei ha seguito la scorciatoia del pallottoliere, e dico pallottoliere perche’ e’ il giorno del suo compleanno e vogliono essere buono”, ha detto ancora, e qui c’e’ ”una maggioranza che si divide in 4 mozioni per dire le stesse cose”.