17.44: Berlusconi a Donadi: non sono così cattivo… Breve colloquio dai toni scherzosi tra il presidente del consiglio Berlusconi e il capogruppo di Idv, Massimo Donadi, dopo l’intervento in aula di quest’ultimo. A riferirlo e’ stato lo stesso parlamentare dell’Italia dei Valori interpellato in Transatlantico dai cronisti. ”Il suo e’ stato un approccio scherzoso – ha raccontato Donadi – – quando ho finito di parlare si e’ avvicinato e mi ha chiesto se ero davvero cattivo come apparivo. Io ho risposto di no e che sono anzi un pezzo di pane. ‘Allora ce l’ha con me’, mi ha chiesto Berlusconi, e io gli ho spiegato che ce l’abbiamo con le cose che fa”. ”Poi mi ha detto che in realta’ lui e’ buono – ha riferito ancora Donadi – e che glielo diceva anche la mamma. Addirittura Cossiga nel 1994 gli disse che era troppo buono per fare politica e che era meglio che rinunciasse. Io – ha chiuso Donadi – gli ho risposto che avrebbe potuto dar retta al consiglio di Cossiga, e che e’ sempre in tempo per farlo”.
17.31: La Russa: maggioranza a 309, terza gamba non necessaria. ”La terza gamba al momento non c’e’ e al momento non e’ indispensabile” e ”sappiamo con certezza che oggi per noi avere 309 voti e’ avere la maggioranza a prescindere dagli apporti esterni che ben venga se arrivano”. Lo afferma il ministro della difesa e coordinatore nazionale del Pdl, Ignazio La Russa, conversando con i cronisti a Montecitorio.
”Abbiamo calcolato, prudentemente, che il numero dei finiani che non voterebbero mai contro il governo, equivale a cinque”, aggiunge La Russa. Il ministro ha quindi spiegato: ”non abbiamo mai detto che l’asticella era a 316 perche’, togliendo il voto del presidente della Camera, cosi’ si scende a 315, e togliendo le astensioni, almeno cinque, l’asticella scende a 309. Se arrivassimo a 309 percio’ saremmo quindi autosufficienti e avremmo una maggioranza numerica, anche senza Fini e Mpa”.
17.28: Il gruppo di Futuro e libertà voterà sì alla fiducia. Italo Bocchino, capogruppo Fli alla Camera, annuncia il si’ del gruppo finiano sulla fiducia al governo e sottolinea l’asse con i ”colleghi dell’Mpa, che – dice – come noi si sentono vincolati al mandato degli elettori e alla realizzazione del programma di governo”.
”C’e’ il nostro apprezzamento per il passaggio parlamentare che fa chiarezza rispetto al problema che esiste tra governo e la sua maggioranza che oggi con la fiducia avrà il sostegno di tre gruppi e non piu’ due, di quattro soggetti e non piu’ di tre, quattro anime di una stessa maggioranza che lei ha gli strumenti di gestire in un’armonia assennata”, rimarca Bocchino, sottolinenando che Fli ed Mpa si muovono di concerto. un pacchetto di 40 voti che oggi va a sostenere il governo, domani servira’ di volta in volta sui diversi capitoli che dovranno essere scritti sotto i titoli programmatici indicati oggi dal governo.
”E’ stato un errore – dice ancora Bocchino – tentare la strada dell’autosufficienza, che rischiava di dare vita ad una maggioranza piu’ ristretta e nuova, non coincidente con la volonta’ popolare che deve essere la nostra stella polare”. ”Perche’ non e’ corretto – esclude ancora una volta governi tecnici Fli – fare entrare in maggiorana parlamentari eletti con le opposizioni. Noi ribadiamo ancora il nostro ancoraggio al centrodestra, vogliamo portare avanti la legislatura fino all’ultimo giorno. c’e’ il nostro si’ al programma e la disponibilita’ a discutere senza diktat e senza prendere o lasciare, senza preclusioni preconcette”.
Sui diversi capitoli dl programma ”avra’ sempre i nostri voti, ci saremo sempre”, aggiunge Bocchino. Che e’ polemico quando dice: ”Dubito che i cittadini del Sud, da qui alla fine della legislatura trarranno vantaggio dai tre annunci manifesto su banca del sud, ponte sullo stretto, Salerno-Reggio Calabria”. Infine la giustizia. ”Tema delicato – dice Bocchino – che per noi fa coppia con legalita’. Sulla riforma lei ha elencato titoli condivisibili: decliniamoli ora in provvedimenti.
Se saremo chiamati a contribuire, lavoriamo per non fare danni a cittadini, siamo favorevoli allo scudo per le alte cariche e allo smaltimento delle cause civili pendenti, ma non saremo mai d’accordo nel togliere la possibilita’ a un solo cittadino o azienda di non vedere riconosciuta la giustizia che attendono. E non saremo mai favorevoli ad una riforma punitiva della magistratura, per noi baluardo per garantire la giustizia”
17.27: Botta e risposta tra Fini e Berlusconi. Il premier: “Di Pietro esagera”. Antonio Di Pietro nel suo intervento esprime parole molto dure contro il presidente del Consiglio. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, lo richiama piu’ volte invitandolo ”ad usare un linguaggio piu’ consono”. Ma Di Pietro continua. Cosi’ Berlusconi si alza e si volta verso Fini chiedendogli con le braccia allargate di interrompere il leader dell’Idv. O quantomeno di invitarlo a non usare termini cosi’ duri. Fini, scuotendo la testa, come a giustificarsi, gli ricorda di essere appena intervenuto per ottenere da Di Pietro un intervento piu’ ”consono” all’Aula di Montecitorio. Berlusconi, rimettendosi al suo posto, fa un cenno con la mano come a dire che Fini non sarebbe intervenuto con la fermezza che si attendeva. Ma il botta e risposta tra i due dura un bel po’. Durante tutto l’intervento di Di Pietro i deputati di Lega e Pdl hanno gridato e sbattuto oggetti sul banco per coprire le sue parole.
17.26: Fini richiama Di Pietro. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha richiamato all’ordine due volte nell’Aula di Montecitorio il leader dell’Idv Antonio Di Pietro che ha duramente attaccato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. ”Lei – aveva detto Di Pietro in dichiarazione di voto – non e’ un presidente del Consiglio, ma uno stupratore della democrazia”. Una frase subito ripresa da Fini che ha chiesto di utilizzare ”un linguaggio consono a quest’Aula”. Il presidente della Camera ha precisato che non e’ in discussione la liberta’ di parola ma che ”non sono accette ingiurie”.
Di Pietro va subito all’attacco di Berlusconi nella sua dichiarazione di voto sulla fiducia. Dapprima Berlusconi e’ rimasto imperturbabile, continuando a scribacchiare sul foglio di carta che ha sul banco. Ma quando il leader dell’Idv lo equipara ”al suo predecessore Nerone”, Berlusconi scoppia a ridere, poi si tocca tre volte la testa con il dito, come a indicare che Di Pietro e’ matto. Infine ha alza le braccia. Dai banchi del Pdl si inizia a rumoreggiare, e i deputati abbandonano l’aula. Ma Di Pietro va avanti, in un crescendo rossiniano. Quando definisce Berlusconi ”stupratore della democrazia” il presidente della Camera Fini, che aveva piu’ volte scampanellato, interviene invitando Di Pietro a usare ”un linguaggio consono a quest’aula”. Parole al vento, con Di Pietro che incalza. Berlusconi si alza dal banco del governo, si gira verso Fini e gli chiede di intervenire: e’ l’unico momento in cui gli sguardi dei due si sfiorano dall’inizio della seduta. Fini ricorda ”che siamo in collegamento televisivo diretto”, ed invita tutti ”a cominciare dall’onorevole Di Pietro, a tenere un atteggiamento consono, a mantenere la calma”. Nel frattempo nei banchi dell’opposizione i deputati restano fermi e zitti e godono della scena. Fini torna ad intervenire. ”Non e’ uno spettacolo che il Parlamento puo’ offrire al Paese. L’onorevole Di Pietro si assume la responsabilita’ di quello che dice davanti all’Aula e davanti al Paese”. E lo richiama all’ordine per la seconda volta.
17.21: Di Pietro attacca Berlusconi e i deputati della maggioranza escono dall’Aula. Antonio Di Pietro attacca duramente il presidente del Consiglio, i deputati del Pdl cominciano a protestare con il presidente Fini ed escono dall’Aula. Anche Berlusconi si è alzato per chiedere l’intervento di Fini
17.20: Di Pietro: Berlusconi stupratore della democrazia. ”Lei e’ uno spregiudicato illusionista. Nel suo intervento ha descritto un Italia che non c’e’. Fuori c’e’ un altro Paese che e’ quello reale”. Il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, comincia cosi’ il suo intervento nell’aula di Montecitorio per annunciare il suo ”no” al voto di fiducia per il governo. L’intervento di Di Pietro e’ senz’altro quello piu’ contestato dai deputati della maggioranza. Mentre lui parla i deputati di Lega e Pdl gridano e sbattono oggetti sopra ai banchi per coprire le parole dell’ex ministro. Ma Di Pietro va avanti alzando sempre di piu’ il tono della voce.
Prima paragona il premier al ”suo predecessore Nerone”, che suonava ”l’arpa della felicita”’, mentre Roma bruciava. Poi ricorda la ”miriade di leggi” che ha fatto ”solo per tutelare gli affari suoi e di quelli degli amici della ‘cricca”’. Quindi aggiunge, sempre riferendosi a Berlusconi, che ride: ”Lei e’ bravo solo a comprare il consenso dei parlamentari”.
Molti deputati del Pdl escono dell’emiciclo di Montecitorio per ascoltare l’intervento di Di Pietro. Lui pero’, per nulla intimorito, attacca a testa bassa ricordando come Berlusconi sia stato abile nel fare ”dosseriaggio e killeraggio”. Quindi fa riferimento ai ”maestri” del presidente del Consiglio: ”Ovviamente – ironizza – mi riferisco ai suoi maestri di massoneria deviata”. Infine, l’affondo quando da’ a Berlusconi dello ”stupratore di democrazia”. Fini lo richiama piu’ volte invitandolo ad usare ”termini piu’ consoni”.
Ma il deputato non smette facendo cenno questa volta a ”tutte le societa’ offshore”, di cui dispone il premier ”per i suoi affari”. Berlusconi si alza e chiede a Fini di interrompere la serie di insulti. Fini ribatte di aver fatto tutto quello che poteva richiamando piu’ volte all’ordine il parlamentare. Di Pietro conclude il suo intervento tra le proteste e i ”buuh!” del centrodestra.
17.08: L’Mpa voterà la fiducia. I deputati del Movimento per l’autonomia voteranno a favore della fiducia. Lo ha annunciato l’esponente del Movimento di Raffaele Lombardo, Carmelo Lo Monte, che tuttavia non ha mancato di sottolineare “gli impegni non mantenuti” dall’esecutivo verso il sud. “Oggi daremo un voto di responsabilità insieme ai colleghi di Fli – ha concluso – perché siamo vincolati al mandato degli elettori e al programma di governo”
17.04: I Liberaldemocratici voteranno no alla Fiducia. ”I liberaldemocratici voteranno noi alla fiducia”. Lo ha detto nell’Aula della Camera Daniela Melchiorre dei Liberaldemocratici in dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal governo sulle comunicazioni del presidente del Consiglio. ”Il discorso del presidente del Consiglio – ha spiegato Melchiorre – e’ a meta’ tra il libro dei sogni e il programma elettorale. La crisi e’ ancora una volta rimasta fuori, e non ci sono state le risposte che ci aspettavamo. Pr questo voteremo no alla fiducia”.