Impegnati come sono a discutere di verifiche di maggioranza, elezioni anticipate, e governi tecnici, nessuno – o quasi – sembra averci più pensato. Ma all’orizzonte della politica ferragostana ci sono anche le elezioni amministrative della prossima primavera. Un appuntamento importante e delicato, visto che in ballo ci sono città come Torino, Milano, Bologna e Napoli. E c’è chi giura che, sotto l’ombrellone o all’ombra dei monti, le grandi manovre dei partiti – Lega su tutti – siano già incominciate.
Dopo aver ottenuto il Piemonte e il Veneto, pare infatti certo che il Carroccio voglia utilizzare la tornata amministrativa del prossimo anno per rendere ancora più forte la propria egemonia nell’Italia settentrionale. Le difficoltà con cui sono costretti a confrontarsi i ‘berluscones’, dopo la nascita di Futuro e Libertà, del resto, sono oro per i padani, che pare abbiano già avanzato le proprie richieste al presidente del Consiglio.
I lumbard reclamano in particolare la poltrona di Letizia Moratti, che, nonostante le smentite di rito sembra, non riscuotere più il gradimento di Berlusconi, e vedrebbero bene niente meno che la candidatura del ‘senatur’, al secolo Umberto Bossi. Un nome sicuro, anche se per il momento si tratta soltanto di indiscrezioni, come quello di Vittorio Sgarbi, che si presenterebbe con una sua lista autonoma.
Dall’altra parte, invece, il Pd annaspa tra le ipotesi suggestive di Ferruccio De Bortoli e Umberto Veronesi, si interroga sull’ennesima candidatura di Filippo Penati e discute sui vari Giuliano Pisapia, Giuseppe Civati e Livia Pomodoro.
Altra città, Torino, ma stesse voglie per la Lega. Il governatore regionale Roberto Cota, che pure deve fare i conti con la grana dei ricorsi contro la sua elezione, avrebbe già avviato un sondaggio a 360 gradi per individuare il candidato ideale del Caroccio.
Il Pdl non resta a guardare, e sulle spiagge delle vacanze spunta oltre a quello del solito Enzo Ghigo anche il nome del giovane assessore regionale alla Cultura Michele Coppola.
Idee ancora confuse anche nel centrosinistra, con il Pd – che dal primo agosto ha tappezzato la città di manifesti che strizzano l’occhio all’appuntamento con le urne – diviso tra l’ipotesi Piero Fassino, sostenuto dagli ex Ds, e Davide Gariglio, preferito dai popolari.
Gli sviluppi della lite tra finiani e pidiellini potrebbero far saltare gli equilibri e cambiare in modo completo le strategie. Ma intanto c’è da registrare anche un’altra tentazione della Lega: quella della calata dal Nord al resto d’Italia. Nel mirino del Carroccio sembra infatti che siano finite pure Bologna e persino Napoli.
C’è il rischio di cadere nella fantapolitica, ma sono reali le affermazioni del leader emiliano del Carroccio, Angelo Alessandri – ”gli elettori delusi del centrosinistra potrebbero riconoscersi in un candidato buono della Lega” – e del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che nelle scorse settimane ha ventilato la possibilità di candidare un leghista anche all’ombra del Vesuvio, dove invece il premier vorrebbe puntare sull’uomo delle cravatte, Maurizio Marinella. A settembre se ne saprà di più.