NAPOLI – Una vittoria, un pareggio e una sconfitta. La vittoria, nonostante al ballottaggio si presenterà da inseguitore, è quella di Luigi De Magistris, il terzo incomodo (e scomodo) che diventa secondo, spingendo fuori dal ballottaggio il Pd tutto e quel che restava sulla città della lunga egemonia di Bassolino. Attorno alle 22 i numeri danno all’ex magistrato il 25% dei consensi, dato che non racconta da solo il successo personale di De Magistris: alla fine dello spoglio saranno diverse decine di migliaia i voti disgiunti, ovvero indirizzati ad un’altra lista ma con la croce sul nome del candidato Idv.
A “pareggiare”, ovvero a fare il suo e non molto di più, è invece il candidato del Pdl Gianni Lettieri: i numeri, per ora, dicono che va al ballottaggio con il 40%, in scioltezza ma lontanissimo da quella vittoria al primo turno vagheggiata da Berlusconi e non solo. La strategia della “munnezza”, ovvero dire che era tutta e solo colpa di Rosa Russo Iervolino non ha pagato. Almeno non in toto. Certo: Lettieri resta il favorito anche al ballottaggio. Più “moderato” di De Magistris sembra più adatto a raccogliere buona parte dei voti del Terzo Polo (poco meno del 10% per Raimondo Pasquino) e dell’intramontabile Clemente Mastella (2,5% circa).
La partita, però, è questa, anche se meno che a Milano è comunque una notizia, è aperta. Dalla partita, e qui veniamo allo sconfitto, non farà parte il candidato voluto dal Pd, Mario Morcone, uscito mestamente al primo turno con una forbice di voti tra il 20 e il 22%. Troppo poco incisivo, troppo bassolininano e troppo in odore di continuità col passato, Morcone non ha aperto il cuore né ai moderati né agli elettori di sinistra. Un dato che non può non far riflettere il Pd che, a Napoli, dalla munnezza in poi ha combinato disastri a non finire. Come dimenticare la brutta storia delle primarie?
Alla fine, Morcone, nell’analizzare la sconfitta non si nasconde: ”Non è una tragedia, i napoletani hanno scelto una candidatura di centrosinistra che ritengono piu’ forte ed autorevole e piu’ adatta ad un cambiamento radicale per una Napoli devastata dai rifiuti e governata malissimo negli ultimi anni”. Morcone spiega: ”Sono sereno, avevo offerto una disponibilità e sono tornato dopo 30 anni nella mia città in un momento non facile. Capisco la rabbia di chi ha votato De Magistris ma non ho mai creduto alla questione continuità – discontinuità perché non ho partecipato alle stagioni passate del centrosinistra con le quali non ho niente a che fare. Anzi, sono sinceramente orgoglioso della discontinuità con l’attuale sindaco – ha rimarcato Morcone – Ringrazio chi mi ha votato per averlo capito”.
Morcone ha analizzato i fattori che hanno probabilmente contribuito all’exploit de De Magistris: ”Il suo è un nome forte, e lo dimostra il risultato personale al di la’ della sua coalizione. E’ un personaggio molto conosciuto e io invece avrei avuto bisogno di piu’ tempo”. Qualcuno gli chiede se vuol dare dei consigli a De Magistris per il ballottaggio: ”Non ha bisogno certo dei miei consigli. A dati stabilizzati lo cercherò per congratularmi e fargli auguri. Per me il valore dell’unità del centrosinistra, l’ho sempre detto, è la cosa principale. Escludo di poter essere coinvolto nella sua giunta. Tornerò a fare il mio mestiere dando tutto il contributo possibile a Napoli che amo profondamente”.
Dopo la diffusione dei primi dati che lo vedevano svantaggiato il prefetto Morcone ha sentito telefonicamente i vertici del Pd: ”Bersani mi ha rinnovato stima e simpatia, e mi hanno chiamato molti amici dirigenti nazionali. Certo c’è rammarico, è normale, ma gli elettori hanno votato la proposta di centrosinistra che hanno ritenuta più adatta a rispondere ad un momento d’emergenza della città. Questa è la democrazia”.