ROMA – Il Pdl, con il non piccolo sassolino dell’Ici nella scarpa, mostra segni di apprezzamento. Il Pd mastica un po’ amaro ma alla fine ingoia. La Lega Nord scalcia come un mulo. Come detto dallo stesso Mario Monti la manovra, alla fine, non soddisfa interamente nessuno ma tutti, più o meno, fanno buon viso a cattivo gioco.
Non c’è una vera e propria patrimoniale, non c’è l’aumento diretto dell’Irpef. C’è un aumento dell’Iva “solo” probabile mentre c’è, e da subito, il ritorno diverso solo all’anagrafe dell’Ici. Ma al Pdl, complessivamente, sembra andare bene così. Alla Camera a parlare è Fabrizio Cicchitto che punta, soprattutto, sui punti di continuità col governo Berlusconi: “Su temi come le infrastrutture e le imprese questa manovra fa registrare una continuita’ con le linee tracciate dal governo Berlusconi, e quindi c’e’ possibilita’ di una collaborazione proficua. Ma noi questa manovra non l’avremmo fatta identica: non avremmo rimesso l’Ici sulla prima casa che abbiamo tolto”.
Non dice però Cicchitto dove avrebbe preso quei soldi, e non sono pochi, che dall’Ici arrivano. Non li avrebbero presi con la patrimoniale, non li avrebbero presi con l’Irpef, non li avrebbero presi neppure per le pensioni e non per volontà politica ma per la Lega. Nella prima manovra “degli altri”, quella targata Pdl, resta un buco. E non un buco da poco. Cicchitto non parla, poi, dello scudo fiscale
Al Pd, invece, la manovra piace meno che al Pdl. Se non altro perché è indigesta per una buona fetta del suo elettorato che avrebbe di sicuro gradito più tasse sullo scudo fiscale e una patrimoniale più consistente. A dar voce alla linea del turiamoci il naso nel nome del salvataggio è Dario Franceschini che alla Camera spiega: ”
‘Sappiamo che è stato difficile fare un decreto facendo sintesi tra esigenze diverse e vi ringraziamo. Noi avremmo fatto una manovra diversa, puntando piu’ sull’equita’: con piu’ gradualita’ sulle pensioni, una franchigia maggiore per la prima casa e un maggior carico su patrimoni e rendite finanziarie”.
”Le cose che noi abbiamo in mente – ha spiegato Franceschini illustrando la seconda manovra degli altri, quella del Pd, – non sono dettate da problemi di consenso ma dal rispetto dei principi di giustizia sociale. Noi continueremo a lavorare perche’ la guerra all’evasione fiscale sia rafforzata, abbassando la soglia dei mille euro per i contanti e insistendo sul un maggior prelievo sullo scudo fiscale. Certo nella manovra c’e’ un primo segnale ma se invece di chiedere l’1,5 per cento sui capitali scudati si chiedesse il 2 si potrebbe aumentare la fascia per le indicizzazione delle pensioni”.
Infine c’è la terza manovra degli altri, quella della Lega. Che poi una manovra non è ma una strategia politica completamente altra, quella dell’uscire dall’euro e dalla vecchia Europa per farne una “delle Regioni”, qualsiasi cosa voglia dire. Per loro ogni sacrificio è di troppo e alla Camera Reguzzoni spiega: ”
‘Questa manovra non creerà un solo posto di lavoro e deprimerà ulteriormente il Paese. Non c’è rigore, non c’è crescita, non è federalista, non e’ equa. Contribuira’ solo ad ammazzare la nostra economia”. La Lega Nord boccia in toto la manovra presentata dal governo Monti e promette una ”dura opposizione” all’esecutivo.
Reguzzoni in Aula dà voce al dissenso leghista: ”Le pensioni sono la parte più odiosa – spiega – perché colpisce chi ha lavorato per una vita. Viene colpisto anche chi vive con meno di mille euro al mese, altro che colpire la gente che sta bene. E in questo modo penalizzate chi vuole entrare nel mondo del lavoro”.
La manovra non piace neppure ai Responsabili rappresentati oggi alla Camera da Silvano Moffa: ”Noi siamo convinti quanto lei che davvero in Italia ci sia bisogno di rigore ma anche che ci siano le condizioni per lo sviluppo. E in questi interventi c’e’ invece carenza sotto il profilo della crescita”.
Moffa ha anche lamentato l’assenza nei provvedimenti presentati di ”argomenti annunciati ma non presentati come il mercato del lavoro” e si e’ augurato che possa essere rivisto il blocco delle indicizzazioni delle pensioni ”magari colpendo con una tassa soliarieta’ le pensioni baby”. Popolo e Territorio e’ anche contrario alla tassazione della prima casa ”una volta si diceva che quello e’ il balzello piu’ iniquo che pesa sui cittadini”.
Misure a parte, nel corso del suo intervento, Moffa rivolgendosi direttamente a Monti ha voluto sottolineare una ”riserva rispettosa sul metodo che lei ha inaugurato presentandosi qui dopo aver consultato partiti e parti sociali ed escluso alcuni gruppi presenti in Parlamento e che hanno responsabilmente offerto disponibilita’ ad accompagnare il suo compito”.