L’amicizia di Silvio Berlusconi e Vladimir Putin irritava gli americani, e presumibilmente li irrita anche adesso, nonostante la precisazione “di maniera” sull’amico Berlusconi di Hillary Clinton. Era il 2008, la guerra tra Georgia e Russia era in corso, ma da Roma non arrivava nessun segnale di condanna per Mosca, nessun impegno per il ritiro delle truppe del Cremlino. L’ambasciatore degli Stati Uniti allora in carica in Italia, Ronald P. Spogli, scriveva: «Gli italiani non ci aiuteranno per una dichiarazione nel Consiglio del Nord Atlantico».
Nel messaggio confidenziale, ma da tenere nascosto ai non americani, secondo il Corriere della Sera, Spogli commentava: «Viste le dichiarazioni alla stampa del ministro degli Esteri Frattini, e la articolata spiegazione di Batori Carlo Batori, vicedirettore dell’ufficio Nato, ndr sull’opposizione italiana a qualsiasi dichiarazione di condanna della Russia, il Goi governo italiano, ndr sarà con ogni probabilità meno che utile in sede di Consiglio del Nord Atlantico il principale organo esecutivo della Nato, ndr. Berlusconi e Putin si sono già parlati e ci aspettiamo che la Russia cerchi di sfruttare la relazione personale tra i due per spingere l’Italia e fare fallire gli sforzi per condannare le azioni di Mosca nelle sedi internazionali».
L’irritazione americana non era per niente celata sull’asse Roma-Washington, tanto che Spogli intitolava un altro dispaccio «Sfatare il mito dell'”equilibrio” italiano sulla Georgia»: «Come inizialmente previsto nei primi giorni del governo Berlusconi, la stretta relazione del governo italiano con la Russia potrebbe presto diventare un punto di frizione nei rapporti tra Stati Uniti e Italia, quanto al resto vicini. I vertici del governo italiano, in particolare il ministro degli Esteri Frattini, si sono spinti molto avanti nell’insistere che la comunità transatlantica e l’Unione Europea dovrebbero affrontare la crisi tra Georgia e Russia con “senso di equilibrio” ….
Nella migliore delle ipotesi, l’Italia eviterà di pronunciare dichiarazioni forti o di fare pressioni sulla Russia. Nella peggiore, l’Italia potrebbe lavorare per distruggere la determinazione degli altri alleati nelle sedi internazionali, incluse la Nato e l’Unione Europea. … Abbiamo preso contatti con il governo italiano ai più alti livelli per suggerire che l’Italia debba prendere una posizione di principio, basata su fatti obiettivi. Inoltre, abbiamo chiarito che l’atteggiamento favorevole suscitato dal nuovo governo Berlusconi nei suoi primi mesi di attività potrebbe scomparire se la sua credibilità su questa questione venisse meno».
E poi ancora sempre un crescendo: «L’Ambasciata chiede all’Italia di spingere per un ritiro russo»,«l’Ambasciatore ha detto a Gianni Letta, il principale consigliere del premier Berlusconi, che Washington “non è contenta” dell’atteggiamento italiano fino a questo momento e che siamo particolarmente perplessi per le dichiarazioni del ministro degli Esteri Frattini».
Se i cables sono datati 15 agosto 2008 e partiva da Roma, quattro giorni prima da Praga invece i diplomatici statunitensi scrivevano della volontà e dell’impegno della Repubblica Ceca per spegnere il focolaio di tensione in Ossezia del Sud. C’era anche un esplicito riferimento alla coppia Berlusconi-Putin e i loro stretti legami.
Era l’11 agosto 2008 e il messaggio classificato come sensibile, veniva scritto dalla consigliera Martina Strong: «Il ministro degli Esteri ceco Karel Schwarzenberg è certo che occorra inviare un messaggio di fermezza alla Russia, e sta contattando i suoi colleghi per riuscire a usare un linguaggio il più duro possibile. Secondo il ministero ceco, l’intervento dell’Usg United States Government, il governo Usa presso Francia, Italia in particolare visti gli stretti legami del premier Berlusconi con la Russia e la Germania sarebbe utile».
DUE ANNI DOPO Due anni dopo e migliaia di file riservati diffusi da Wikileaks, il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha cercato di aggiustare il tiro nei rapporti Usa-Italia. Per lei “non c’è amico migliore di Berlusconi” che anzi “ha garantito in Afghanistan un sostegno generoso, ha lavorato in Europa con Sarkozy per la stabilizzazione della Georgia”.