Queste alcune solo alcune, delle osservazioni della Anzaldo, alla fine delle quali con grande fermezza conferma da una parte le sue dimissioni dalla conduzione del Tg1 della notte, dall’altra la sua volonta di restare a lavorare in redazione, come caposervizio alla cronaca e di voler continuare a proporre “quelle che ritengo siano notizie di cronaca, anche quelle che non vengono considerate tali dalla direzione“.
Non vogliamo strumentalizzare in modo alcuno questa testimonnaza che, purtroppo, conferma quanto avevano denunciato Maria Luisa Busi, Tiziana Ferrario che insieme ai Piero Damosso, ai Raffaele Genah, ai Paolo Di Giannantonio, ai Massimo de Strobel, sono già stati messi in condizione di andarsene, oppure stanno aspettando che sia il giudice a riconoscere le loro ragioni professionali.
La lettera della Anzaldo è impressionate proprio per il suo rigore, per la capacità di stare ai fatti o meglio “ai non fatti”, di documentare omissioni e faziosità che, ancor prima che la politica, colpiscono l’articolo 21 della Costituzione e cioè il diritto dei cittadini ad essere informati in modo ampio e completo.
La cosa sarebbe grave anche se riguardasse un tg privato lo è ancora di più se riguarda il più grande tg della Rai, quello che un tempo amava confrontare se stesso con il Corriere della Sera, mentre oggi contende la palma della faziosità al Tg4. Non si tratta di poca cosa, dal momento che stiamo parlando dello svilimento di tanta parte del patrimonio pubblico e della sua credibilità .
Vogliamo sperare, anzi ne siamo certi che, di fronte alle consuete volgarità e banalizzazioni che si scateneranno contro questa scelta della Anzaldo (per altro e per l’ennesima volta un’altra coraggiosa donna che si ribella all’ordine ingiusto) la redazione, il sindacato, interno e nazionale, vorranno sentire come propria questa denuncia, impugnarla collettivamente e pretendere che questa situazione abbia fine e che siamo rimosse radicalmente le cause, anzi la causa di questo malessere, di questa umiliazione.
Forse come nel finale del film ” l’attimo fuggente” sarà davvero il caso che chi non vuole rendersi ecomplice, salga sul banco o sulla scrivania e cominci a battere i piedi sino a quando la nuova direzione generale non deciderà di restituire l’onore professionale al Tg1 e non solo al Tg1.
Prima di predisporre una nuova lenzuolata di nomine, sarebbe davvero il caso che quella che, un pò troppo pomposamente, è già stata battezzata la ” nuova Rai” della signora Lei, procedesse a liberare l’azienda da veleni e arroganze che la stanno conducendo a morte, con grande gioia della concorrenza, saldamente nelle mani del loro presidente del consiglio.
Da parte nostra grazie a Maria Luisa Busi, a Tiziana Ferrario, a Elisa Anzaldo, a quella parte del comitato di redazione che ha reclamato il rispetto della legge e a quante e a quanti non hanno alzato ancora bandiera bianca
Qualcuno li deriderà . Ma tra qualche giorno, gli opportunisti di sempre, faranno la fila per farsi fotografare accanto a chi non ha venduto la dignità .
Adesso è il momento di chiedere e di pretendere che, anche alla Rai, persino al Tg1, siano ripristinate le regole della repubblica, senza eccezione alcuna.
