15.32, Messina. Gli studenti dell’Unione degli Universitari, di Messina sono da tre giorni sul tetto dell’ ateneo in segno di protesta contro il ddl Gelmini. ”La scorsa settimana abbiamo indetto questa protesta – dicono – per riportare in alto, almeno idealmente, la cultura e l’istruzione pubblica. Con questa riforma che prevede tra le altre cose la sostituzione delle borse di studio coi prestiti d’onore si sancisce definitivamente la fine del diritto allo studio per tutte e tutte, che diventa un privilegio riservato a pochi”. ”Domani – proseguono – in occasione del voto definitivo in aula alla Camera del Ddl Gelmini, una delegazione dell’Unione degli Universitari di Messina partecipera’ al presidio sotto Montecitorio per chiedere il ritiro di questo disegno di legge e una riforma vera degli atenei che parta dalle esigenze e dai bisogni degli studenti”. ”Chiediamo – concludono – piu’ democrazia nei nostri atenei, piu’ finanziamenti e meno sprechi, corsi di laurea di qualita’, un’universita’ aperta a tutti, un diritto allo studio che possa garantire maggiore autonomia agli studenti dalle famiglie”.
14.58, Pisa. Il direttore della Normale, Fabio Beltram, dopo un breve colloquio con gli studenti che hanno occupato la sede della Scuola ha concesso due giorni di sospensione della didattica per le giornate di oggi e domani. Anche la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha aderito alla mobilitazione di questi giorni affiggendo sulla facciata della sede uno striscione con la scritta ‘Sant’Anna contro il ddl Gelmini’. Didattica di fatto bloccata anche in tutto l’ateneo pisano. Intanto il corteo degli studenti universitari sta attraversando le principali vie del centro rallentando il traffico sui Lungarni. In piazza oggi ci sono anche gli studenti medi superiori che stamani avevano mandato in tilt la viabilita’ intorno alle 8 davanti all’ingresso dei licei in via Benedetto Croce.
14.57, Cern. Proseguira’ almeno fino a domani la protesta degli studenti e ricercatori italiani che lavorano al Cern di Ginevra e che da stamani si trovano sul tetto dell’edificio: ”Domani – ha annunciato il ricercatore Giacomo Ortona – seguiremo dal tetto il dibattito in Aula del ddl Gelmini e successivamente decideremo come proseguire la protesta”. Al momento, i ricercatori e gli studenti si stanno attrezzando per trasportare sul tetto sedie, tavoli e computer: ”Abbiamo intenzione di portare qui tutto il necessario e lavorare da questa postazione, fino a quando – ha detto il ricercatore – le rigide temperature lo permetteranno. La nostra protesta, comunque – ha concluso Ortona – andra’ avanti”.
14.36, Lecce. Prosegue da parte di gruppi di studenti la protesta contro il ddl Gelmini con l’occupazione della struttura universitaria ‘Codacci Pisanelli’ dell’ateneo di Lecce, che ospita la segreteria studenti del polo umanistico e la presidenza di facolta’. L’attivita’ didattica va avanti piu’ o meno regolarmente, anche se talvolta in forme singolari. E’ il caso di una lezione che il prof. Stefano Cristante, docente di Sociologia della comunicazione, ha tenuto questa mattina in strada sulla rotatoria tra via Galasso e Brindisi. Un modo come un altro per manifestare, insieme con gli studenti, il giudizio negativo sul ddl Gelmini e il disagio che attraversa anche l’ateneo salentino.
14.27, Palermo. L’universita’ di Palermo chiede di rinviare la riforma predisposta dal ministro Maria Stella Gelmini. Questa mattina, durante la seduta congiunta di Senato accademico, consiglio di amministrazione e consiglio degli studenti e’ stato approvato un documento in cui si rileva ”l’inopportunita’ di procedere a un’approvazione del ddl prima che si siano date adeguate soluzioni ai problemi” e si chiede al parlamento italiano di sospendere l’iter legislativo del provvedimento in questione in un momento in cui, con tutta evidenza, ”le necessarie e inconfutabili esigenze di riforma del sistema universitario vengono condizionate da diverse ed estranee considerazioni legate all’instabilita’ del sistema politico e ai rapporti tra forze parlamentari”. L’opposizione al ddl, come si legge nel documento, e’ relativa a diversi punti del provvedimento che non convincono docenti e studenti. In primo luogo, il sistema di governance proposto che ”accentrerebbe eccessivi poteri decisionali nei vertici accademici e in un cda dalla composizione numerica troppo esigua”. Poi ”l’incertezza normativa associata alla rivisitazione della strutturazione degli atenei in dipartimenti (che vengono identificati come sedi primarie di gestione della didattica) e scuole” che ”introduce ulteriori elementi di disagio e rischia di creare un lungo e confuso transitorio prima che si possa pervenire ad un’organica attribuzione di compiti e definizione di procedure”. Una delle novita’ piu’ discusse e’ ”l’introduzione del ricercatore a tempo determinato”. ”In assenza di un limite alla durata complessiva dei contratti pre-ruolo – si legge nel documento – allargherebbe oltre ogni limite il fenomeno del precariato dei giovani studiosi, contribuendo in maniera determinante alla piu’ volte esecrata ‘fuga dei cervelli”’. Sotto processo anche ”la vaghezza delle norme concernenti il ‘fondo per il merito”’, totalmente demandate, secondo l’universita’ di Palermo, a successivi decreti di natura non regolamentare.
13.17, Bari. Circa 200 studenti delle facolta’ di Giurisprudenza e Scienze Politiche e del polo umanistico dell’ateneo di Bari hanno occupato il ponte di corso Cavour, nel centro cittadino. Gli studenti protestano contro il disegno di legge del ministro Gelmini sulla riforma dell’Universita’.
12:50, Ginevra. Un gruppo di ricercatori, studenti e dottorandi italiani che lavorano al CERN di Ginevra, uno dei piu’ grandi laboratori di fisica nucleare, si trova sul tetto del building dell’amministrazione centrale a ”difesa” dell’Universita’ pubblica. Lo rende noto lo stesso gruppo di ricercatori. ”Noi, studenti, dottorandi e ricercatori italiani al CERN – spiegano i promotori della protesta – saliamo oggi sul tetto per esprimere la nostra solidarieta’ a tutti coloro che in Italia stanno difendendo l’universita’ pubblica e la nostra preoccupazione per gli effetti devastanti della riforma Gelmini”. I giovani ricercatori che lavorano al CERN, rilevano, ”si dedicano con passione alla ricerca in uno degli ambienti piu’ competitivi del mondo, ma l’abnegazione non basta: per mantenere la ricerca italiana al livello di quella degli altri paesi europei sono necessari finanziamenti adeguati ed un sistema universitario pubblico e libero”. Secondo gli studenti e ricercatori italiani al Cern, ”se questa riforma passasse si metterebbe in pericolo il ruolo di leadership nella ricerca che l’Italia ha conquistato con la fatica e la passione di tanti scienziati”. Si tratta di un progetto, avvertono, ”che costringe all’esilio molti di noi”. Quindi un appello: ”Facciamo appello a tutti i parlamentari perche’ non votino con leggerezza questo provvedimento. Se passa questa riforma, il nostro futuro e’ un buco nero”.
12:39, Bari. Un gruppo di circa 70 studenti sta manifestando all’interno dell’Ateneo di Bari, per protestare contro il ddl di riforma dell’Universita’, che potrebbe essere approvato domani, martedi’ 30 novembre. Gli studenti, in corteo, cercano di coinvolgere i loro colleghi che non hanno aderito alla assemblea convocata dal Collettivo di Lettere e filosofia dell’Ateneo barese. All’assemblea, in programma alle 10,30 di questa mattina, si sono presentati solo in 15. Inoltre, nell’aula scelta dagli studenti per incontrarsi, era in corso una lezione. Al momento, sono in pochi gli studenti che scelgono di unirsi al corteo. Alcuni escono dalle aule ma abbandonano l’Ateneo. Tra gli studenti circola anche la notizia di una protesta dei ricercatori dell’Universita’ di Bari che questa notte potrebbero occupare l’Ateneo, dalle 9 alle 2 del mattino.