Lecce-Catania 1-0, gol: Corvia 36′ .
Il Lecce parte fortissimo ed impone il suo ritmo alla gara. Olivera e Corvia sono autentiche spine nel fianco per la difesa del Catania. Silvestre e Spolli vanno spesso in difficoltà.
La spinta salentina ha i suoi frutti al 36′ minuto quando Corvia trasforma in oro l’assist dell’uruguaiano Olivera e porta in vantaggio il Lecce tra l’entusiasmo generale dei tifosi.
La reazione degli etnei non si fa attendere. Maxi Lopez punta la difesa del Lecce in velocità e cerca la conclusione di potenza. Il portiere Rosati ha dimostrato di essere sicuro tra i pali e reattivo nelle uscite.
Da sottolineare la buona prestazione in attacco dell’ex attaccante del Cagliari Jeda. Il ragazzo è stato per diversi anni il miglior giocatore del campionato brasiliano.
Tre punti d’oro per i salentini. Salvezza più vicina.
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US Lecce | vs. | Catania |
Introduzione alla partita:
E’ Lecce-Catania l’anticipo delle 12.30 della 6/a giornata di Serie A. De Canio dovrà fare a meno di Giacomazzi. Sicuri Piatti e Corvia nel tridente, c’è il dubbio tra Jeda ed Olivera.
Possibili l’inserimento di Bertolacci a centrocampo per Munari. Giampaolo sta pensando ad un 4-1-4-1 con Lopez unica punta e l’inserimento di Gomez per Ricchiuti, che inizialmente andrà in panchina.
“Secondo me il Catania farà una gara simile a quella che ha fatto il Parma, toccherà a noi cercare di fare la partita”. Il centrocampista del Lecce Ignacio Piatti fa la sua previsione sul match di domenica che si giochera’ a ora di pranzo.
Poi soffermandosi sulla sua esperienza personale dice: “Da un punto di vista fisico mi sento bene, so, però, che posso migliorare, sono tranquillo perché con il lavoro di ogni giorno posso farlo. Un primo bilancio di queste prime gare in Italia?
Delle differenze tra Argentina ed Italia ci sono; a me piace giocare in avanti, dal centrocampo in su, però, mi rendo conto che qui in Italia devi aiutare la squadra nella fase difensiva e con il mister stiamo lavorando su questo e devo dire che, comunque, mi trovo bene. In Argentina, invece, è diverso perché i giocatori impegnati nel mio ruolo pensano solo alla fase d’attacco, mentre qui devi tornare ad aiutare i compagni.
Spero che la mia prima rete in serie A possa arrivare quanto prima”. “Domenica affronteremo il Catania, che in rosa può contare su tanti miei connazionali; con alcuni di loro ci ho giocato contro, mentre, ho conosciuto personalmente Maxi Lopez, che è un attaccante forte, rapido e veloce.
Contro la squadra siciliana dovremo fare la stessa partita che abbiamo fatto a Palermo, cercando la porta avversaria e stando più attenti per cercare di ottenere i tre punti”.
Sarà ancora 4-1-4-1 anche contro il Lecce per il Catania di Giampaolo. Orario di allenamento insolito per gli etnei che sono scesi in campo alle 12:30, per abituarsi all’orario dell’incontro di Lecce.
L’allenamento, che si é svolto a porte chiuse, ha visto gli etnei cimentarsi su lavoro tattico di coordinazione ed agilità. In chiusura, approfondimenti delle conclusioni.
Lavoro differenziato Augustyn e Sciacca. Giampaolo ha deciso di confermare il 4-1-4-1 delle ultime 3 gare. Davanti al portiere Andujar saranno schierati Potenza a destra, Silvestre e Spolli al centro, mentre Capuano dopo lo stop di domenica scorsa riprenderà il suo posto sulla sinistra.
Carboni sarà l’uomo che farà da schermo davanti la difesa. A destra ballottaggio Ledesma-Izco, con il secondo leggermente favorito sul primo. A completare il centrocampo saranno Biagianti, Mascara ed uno tra Ricchiuti e Gomez. Il favorito per una maglia da titolare sembra l’ex giocatore del Rimini. Unica punta Maxi Lopez.
“Penso che scendere in campo domani alle 12.30 sia un falso problema: è solo una questione di abitudine, anche perché abbiamo sostenuto tutti gli allenamenti di questa settimana all’ora di pranzo e credo che ci siamo abituati a quest’orario”. Parla l’allenatore del Lecce, Luigi De Canio, alla vigilia della gara di domani contro il Catania.
“Domani – aggiunge – ci mancherà il nostro capitano Giacomazzi per squalifica, oltre una serie di calciatori per dei piccoli problemi fisici. Ma i miei ragazzi vogliono diventare squadra il prima possibile e, comunque, in così poco tempo hanno raggiunto un buon livello di gioco e d’assieme”.
“Spero che la mia prima rete in serie A possa arrivare quanto primà”. E’ l’augurio che si fa Ignacio Piatti, centrocampista argentino del Lecce, stilando alla vigilia della gara col Catania un primo bilancio della sua avventura italiana. “Un primo bilancio delle gare in Italia?
Differenze tra Argentina e Italia – sottolinea – ci sono. Personalmente mi piace giocare in avanti, dal centrocampo in su, proprio come giocavo in Argentina. Qui in Italia, invece, mi rendo conto che devi aiutare la squadra nella fase difensiva e con il mister stiamo lavorando proprio su questo”.
“In questa nuova esperienza – continua – mi sto trovando molto bene sia a Lecce, città molto bella perchè a misura d’uomo sia con i miei nuovi compagni di squadra, che da subito mi hanno messo a mio agio.
Sul prossimo avversario, che conta una discreta colonia argentina, Piatti ha le idee chiare: ‘Domenica affronteremo il Catania, che in rosa annovera tanti miei connazionali; con alcuni di loro ci ho giocato contro, mentre, ho conosciuto personalmente Maxi Lopez, attaccante forte, rapido e veloce.
Dovremo fare la stessa partita che abbiamo fatto a Palermo, cercando la porta avversaria, prestando quanto piu’ attenzione possibile per portare a casa la vittoria”.
Luigi De Canio, Tenico del Lecce, ha convocato 20 giocatori per il match contro il Catania in programma domane alle 12,30. L’elenco: Donati, Gustavo, Bergougnoux, Munari, Corvia, Olivera, Mesbah, Ferrario, Fabiano, Ofere, Piatti, Vives, Grossmuller, Rosati, Jeda, Brivio, Coppola, Rispoli, Benassi, Bertolacci.
Sara’ ancora 4-1-4-1 anche contro il Lecce per il Catania di Giampaolo. Orario di allenamento insolito per gli etnei che sono scesi in campo alle 12:30, per abituarsi all’orario dell’incontro di Lecce.
L’allenamento, che si e’ svolto a porte chiuse, ha visto gli etnei cimentarsi su lavoro tattico di coordinazione ed agilita’. In chiusura, approfondimenti delle conclusioni.
Lavoro differenziato per Augustyn e Sciacca. Davanti al portiere Andujar saranno schierati Potenza a destra, Silvestre e Spolli al centro, mentre Capuano dopo lo stop di domenica scorsa riprendera’ il suo posto sulla sinistra. Carboni sara’ l’uomo che fara’ da schermo davanti la difesa.
A destra ballottaggio Ledesma-Izco, con il secondo leggermente favorito sul primo. A completare il centrocampo saranno Biagianti, Mascara ed uno tra Ricchiuti e Gomez. Il favorito per una maglia da titolare sembra l’ex giocatore del Rimini. Unica punta Maxi Lopez.
In Svizzera lo considerano il nuovo Nesta. Dylan Lodise, difensore classe ’93, alto 1,85m, nato a Sursee, in virtù delle ultime prestazioni sfoderate con la maglia del Buochs, è finito nel mirino di alcune squadre del nostro campionato.
Come riporta TMW, a sondare il terreno per il giovane talento svizzero dotato di passaporto italiano e spagnolo, ci hanno pensato, per adesso, il Chievo Verona e il Lecce. Lodise piace molto anche in Olanda, dove lo Sparta Rotterdam gli ha proposto un contratto e il Feyenoord lo tiene sotto osservazione. Il calciatore, dal canto suo, vorrebbe una chance in Italia: Chievo e Lecce sono alla finestra.
Se non c’è da mordersi le mani, poco ci manca. Il Lecce completa il triduo di campionato aggiungendo soltanto due punti ai tre provenienti dalla vittoria contro la Fiorentina. Ed è ben chiaro che potevano essere di più, se solo la squadra avesse mantenuto nervi saldi o fosse stata più coesa nei minuti in cui il pallone scotta davvero sugli scarpini.
SPRECHI – Ma non è tutto da buttare, anzi. A Cesena, il Lecce è stato punito quando stava cercando di assestare il colpo letale ai romagnoli, in inferiorità numerica. Ma il Cesena, ultimamente, è diventato un vero e proprio incubo. E gli incubi, si sa, non hanno un lieto fine. Contro il Parma, la squadra di De Canio ha interpretato una partita accorta, di studio, intelligente. E con un pizzico di fortuna, stava per fare bottino pieno, se solo Piatti avesse infilato il pallone in porta, dopo un numero da circo, o se non ci fosse stata una grave disattenzione difensiva che ha spalancato le porta della fascia all’incredulo Angelo, da cui l’assist “solo da spingere” per il rapace Crespo.
ERRORI DI GIOVENTU’ – Domenica al Barbera, Giacomazzi e compagni stavano per combinare uno scherzetto niente male al rosanero da Curva Nord, Fabrizio Miccoli, non convocato per motivi fisiologici (contro il Lecce proprio non ce la fa, è più forte di lui, ndr). Una squadra ben quadrata e tatticamente accorta, ha tenuto bene il campo per buona parte di gara. Il siluro di Giacomazzi da fuori è stato il giusto premio per il capitano, che nelle prime cinque giornate è stato tra i top come rendimento. Spiace che sia sorto qualche fraintendimento sugli applausi indirizzati alla tifoseria rosanero, subito dopo aver ricevuto il rosso per doppia ammonizione. Ma i “fratelli” rosanero stiano tranquilli, la sincerità del capitano è fuori da ogni discussione (“in occasione del gol non ho esultato per rispetto, quando stavo uscendo dal campo stavo solo salutando i miei ex tifosi” – ha detto nel dopogara).
AVVIO CONFORTANTE – Bene Corvia, uno dei più utilizzati sinora insieme a Grossmuller, Piatti e naturalmente Rosati. Le note liete di questo avvio di stagione. Il ritorno al gol del giovanotto romano non può che far bene ad un reparto in cui è tanta la concorrenza sulla carta, anche se qualcuno, come Chevanton, non è ancora al meglio. E la sua mancanza un po’ si sente. Interlocutorio l’esordio di Ofere col Parma. Qualcosa d’interessante si è intravisto, ma un po’ di sana cattiveria in più sottoporta non guasterebbe. Discreto avvio di campionato per di Di Michele, protagonista di due buone prove contro Fiorentina e Parma. Non pervenuto – e non da ieri – Bergougnoux.
BLUFF – Con una classifica del genere, è quanto mai prematuro cercare di trarre degli spunti interessanti e veritieri. Conti alla mano, il Lecce è penultimo insieme a Fiorentina, Genoa, Palermo, Roma, Parma. Ossia, con nessuna delle squadre che gli contenderanno uno dei posti che vanno dal quartultimo in su. Sia chiaro, non è che poi le vere rivali siano troppo lontane: Cagliari e Bologna hanno un punto in più, due il Cesena, tre il Bari ed il Catania, prossimo avversario di campionato nell’aperitivo di domenica. A nove punti, poi, ci sono le leprotte Brescia e Chievo. Che presto scioglieranno qualsiasi dubbio riguardo al tipo di campionato che vorranno disputare e su quale delle due metà della classifica avranno voglia di frequentare più spesso.
LA TESSERA DEL SILENZIOSO – Per chiudere: siamo totalmente d’accordo con le proteste contro la Tessera del Tifoso. Inutile e populista strumento legislativo. L’Unione Sportiva Lecce, dopo vari dibattiti estivi, sembra essersi anch’essa convinta dell’inutilità della scheda punti ed è venuta incontro a quei tifosi che, giustamente, non comprendono quale strano legame ci possa essere tra un abbonamento e una tessera vagliata dalla Questura. Come se gli elenchi dei biglietti nominali non fossero sui tavoli dei tutori dell’ordine ogni settimana. Ma la squadra ha bisogno di colore e calore. Di voci, di canti, di cori, di sostegno. Va bene incitare il Lecce durante gli allenamenti. Ma astenersi dall’incitare la Maglia, per protesta contro il legislatore romano (o varesotto) sarebbe come evirarsi per far dispetto alla moglie fedifraga. Non c’è miglior occasione per dimostrare che il tifo è sgolarsi e non scontrarsi.
Storicamente il calcio è stato diviso in due blocchi: da una parte le società, dall’altra gli arbitri. Moviola contro fischietto, bandierina contro bandiera. Difficilmente i vertici dell’ AIA, hanno teso la mano verso un dirigente insoddisfatto per la prestazione di un direttore di gara. Adesso è accaduto. Marcello Nicchi, presidente ad interim dell’Associazione Italiana Arbitri, riferendosi alle esternazioni del patron della Roma Rosella Sensi, ha detto: “Capisco la sua rabbia” e ha dato il ben servito all’arbitro Carmine Russo dopo le nefandezze inenarrabili di Brescia. Schierarsi con la Sensi e imporre lo stop a Russo, rappresentano una scelta chiara che mette il bastone tra le ruote al referente della CAN di serie A, Stefano Braschi. La “panchina” degli arbitri non si può certo considerare lunga e applicare il turn over risulta compito arduo.
SCELTA INFAUSTA QUELLA DEL “CAN – CAN”
Dopo gli stop imposti a Rocchi dopo Cesena – Brescia 1-0 (amnesia sul reale autore del fallo su Munari ed espulsione per l’incolpevole Colucci), e a Rizzoli in Parma – Genoa 1-1 (mancato rosso a Zaccardo che poi ha realizzato la rete del pareggio), se l’ AIA fosse una squadra di calcio non saprebbe come schierarsi in campo. In seguito alla scissione della CAN in serie A e B, l’organico a disposizione di Braschi si è assottigliato considerevolmente. Dei 20 arbitri di A, solo 10 sono internazionali. Ironia della sorte, a dicembre sarebbe arrivata la promozione per Carmine Russo della sezione di Nola, ora congelato dal suo presidente. Certo che se Russo viene congelato, il guardalinee Ayroldi andrebbe quantomeno ibernato. E non crediamo che avrebbe voglia di esultare come fece l’anno scorso per il pareggio della Fiorentina contro l’Inter, suscitando la proverbiale ira di Mourinho. Per Braschi sono tempi duri, non resta che attingere dalla CAN di B di cui Roberto Rosetti è il responsabile dal 3 luglio 2010 , essendo stato nominato da Marcello Nicchi. Ovviamente Braschi, recita il ruolo di paladino della sua truppa nonostante scempi, amnesie e clamorose sviste visibili a tutti. Il referente della CAN di A, continua a tutelare la categoria come ultimo baluardo, abbandonato anche dal presidente dell’ AIA Marcello Nicchi.
SARANNO GLI ARBITRI A SCIOPERARE?
Le società spingono per sottrarre all’AIA sia il potere decisionale che l’autonomia di cui gode, sperando di mettere le mani sulla casta arbitrale. Ci manca pure questa.
La LNP (Lega Nazionale Professionisti), meglio conosciuta come “Lega Calcio”, è un organo molto potente che gestisce i tornei calcistici dal 1946. Quando nel settembre 2009, la scissione della Lega di A da quella di B venne ratificata, dopo 4 mesi di commissariamento venne designato Maurizio Beretta come presidente. Ecco cosa si augura la Lega Calcio: un commissariamento dell’ AIA qualora le prestazioni arbitrali continuassero a inficiare l’esito finale delle partite (in buona fede sia chiaro).
Un commissariamento, potrebbe segnare il traghettamento dell’ Associazione fino allo scioglimento e il passaggio di testimone a favore della Lega che gestirebbe organico degli arbitri e relative designazioni. Una prospettiva del genere, potrebbe indurre i membri dell’ AIA o a erigere le barricate, rivendicando il diritto di autonomia rispetto all’organo calcistico, oppure acconsentire l’accorpamento in caso di proposte allettanti.
Un esempio? Attualmente gli arbitri rappresentano una categoria senza contratto. Tra l’altro la decisione infelice di scindere la CAN in serie A e B oltre all’organico quantitativamente ridotto, ha generato un’involuzione qualitativa e meno introiti. I compensi per i direttori di gara, arrivano da parte delle quote d’iscrizione versate dalle società e consistono in una diaria fissa più rimborsi spese. Non saranno professionisti in campo ma non lo sono neanche dal punto di vista giurisprudenziale.
La Lega Calcio, dall’alto delle sue possibilità economiche, potrebbe avviare un iter normativo che possa tutelare la categoria degli arbitri con un contratto di lavoro. I presupposti per un duro scontro tra Lega Calcio e AIA ci sono tutti. Vuoi vedere che i prossimi a indire uno sciopero saranno proprio gli arbitri?