ROMA – “Giustizia è fatta nel modo più completo”, secondo Raffaele Sollecito che, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7, è tornato a parlare del delitto di Perugia che lo ha visto protagonista delle cronache giudiziarie degli ultimi 8 anni. Il giovane definitivamente assolto in Cassazione per l’omicidio di Meredith Kercher, non ha esitato a scagliarsi contro “gli inciampi del sistema giudiziario” e i media che “hanno dato man forte agli errori”. “L’opinione pubblica non è così garantist – ha detto – è influenzata dai giornali che a loro volta ne vengono influenzati: c’è una lobby di forcaioli”.
E alla famiglia della giovane inglese assassinata si sente di dire che “Meredith ha avuto giustizia perché secondo me il responsabile è in carcere, è Rudy Guede“. Sollecito ha sottolineato che la sentenza della Cassazione sul giovane ivoriano “non parla di altre persone, dice che eventualmente si dovrebbe vedere se ci sono correi. Il suo è stato un processo a parte. A lui i giudici hanno concesso il rito abbreviato, a me e Amanda no”. “In questa vicenda – ha aggiunto – le cose sono chiare: nella stanza esistono solo le tracce di Guede e nelle indagini ci sono svariati dettagli assolutamente sorvolati, ma d’altra parte ci sono anche delle certezze”.
“Si è arrivati all’obiettivo di determinare la mia estraneità ed innocenza a questo reato, ma il problema è che sono passati otto anni per definire quello che era chiaro fin dall’inizio”. Sollecito si è sfogato dicendo che ha dovuto affrontare “una battaglia giudiziaria e mediatica. Sono stato in silenzio nel dolore” cercando di risparmiare energie per la battaglia giudiziaria ma ora ho sentito il dovere di parlare”, ha spiegato il giovane che ha raccontato la sua storia nel libro Un passo fuori dalla notte, in uscita per Longanesi editore.
Sollecito ha raccontato il dolore nel vedere che sui media “non si parlava delle indagini, ma della maglietta, del taglio di capelli, degli sguardi con Amanda. In pochi Paesi del mondo – ha detto il giovane – posso muovermi senza essere riconosciuto. Ho scritto i libro per dire la mia verità”.