
ROMA – L‘Arizona, l’Ohio, il Nevada e il Michigan saranno decisivi: mancano pochissimi giorni all‘8 novembre, giorno delle elezioni negli Usa e la corsa tra Trump e Clinton si sta facendo frenetica, alla conquista proprio degli Stati in bilico.
Negli Stati Uniti si vota per il presidente e si vota Stato per Stato. Ogni Stato elegge un numero di grandi elettori (noi in Italia li chiameremmo impropriamente deputati) che ĆØ diverso Stato per Stato. I piĆ¹ popolosi, come la California, e gli stati della East Coast, ne hanno di piĆ¹. Gli Stati meno popolati delle grande praterie del centro Paese ne hanno di meno (ad esempio il Kansas).
Si vota Stato per Stato, il candidato presidente che ha la maggioranza di voti in uno Stato si prende tutti i grandi elettori di quello Stato. Se un candidato presidente arriva primo in California, ad esempio, si prende 58 grandi elettori, ma se arriva primo in Nevada ne prende 6. Quindi non diventa presidente chi prende piĆ¹ voti in assoluto (come al referendum o al ballottaggio ipotetico in Italia) ma diventa presidente chi ha ottenuto piĆ¹ grandi elettori, fino a arrivare a quota 270.
Infatti se osservate la cartina, vedete molto piĆ¹ rosso (repubblicani) che blu (democratici), eppure nel conto dei grandi elettori Hillary ĆØ in testa, sia pur di poco, perchĆ© gli Stati piĆ¹ popolosi i sondaggi li assegnano ai democratici. Decisivi comunque saranno gli Stati in marroncino, Florida soprattutto, Ohio, Michigan, Arizona, Nevada.