Inter-Juventus 0-0.
Partita nervosa e ricca di occasioni da rete per entrambe le squadre. Molti i capovolgimenti di fronte durante la partita.
Milos Krasic ha l’argento vivo addosso. L’ala destra della Nazionale Serba mette in seria difficoltà Cristian Chivu con la sua velocità e i suoi passaggi filtranti.
Vincenzo Iaquinta la mette sul piano fisico nel duello con Lucio e Cordoba. Il colombiano riesce ad arginarlo bene con le sue accellerazioni.
Luigi Del Neri mette in campo a sorpresa Alberto Aquilani. La prestazione dell’ex centrocampista del Liverpool è caratterizzata da qualche alto e diversi bassi.
Soulley Muntari non ha gradito la tribuna e per questo motivo ha deciso di andare via dallo stadio Meazza di San Siro.
Grygera ha sofferto molto la serata di grazia di Samuel Eto’o. Impressionanti i dribbling e le intuizioni dell’ex centravanti del Barcellona.
Diego Milito è entrato in campo al posto dell’infortunato Jonhatan Biabiany.
L’argentino ha accettato con sportività la panchina e si è inserito con grande determinazione in questa delicatissima partita. I portieri, Cesar e Storari, si esaltano e la partita termina sul risultato di 0-0.
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Inter Milan | vs. | Juventus |
Introduzione alla partita:
Momenti di tensione all’interno dello stadio Meazza a circa due ore dall’inizio di Inter-Juventus. Decine di poliziotti sono intervenuti per evitare il contatto tra le due tifoserie nelle scale di accesso al settore riservato agli ospiti. Diversi petardi sono stati lanciati verso le forze dell’ordine.
Gli agenti, in tenuta anti sommossa, hanno dovuto effettuare un paio di cariche contro un centinaio di tifosi interisti che cercavano di entrare in contatto con quelli juventini all’ingresso della Torre numero 3 che conduce al settore ospiti.
Per motivi di sicurezza sono stati momentaneamente chiusi i tornelli di accesso nelle vicinanze. Secondo quanto riferiscono alcuni steward, il settore ospiti dedicato ai tifosi bianconeri per l’occasione sarebbe stato sistemato al terzo anello verde, proprio sopra quello occupato di consueto dalla curva nord dell’Inter.
Ibra si gode il compleanno ma la vera festa e’ quella di Andrea Pirlo: il Milan si afferma fuori casa, per una notte e’ in vetta della serie A e gli occhi sono tutti puntati sul big match di questa sera tra Inter e Juventus. Il Milan si sveglia in cima al campionato: un primato che dura lo spazio di una notte perche’ – alla fine del pomeriggio – la super Lazio di Reja scavalca tutti e si porta a 13 punti. Per i rossoneri vittoria di misura contro il Parma ma fondamentale per scacciare paure e ansie. Massimiliano Allegri la voleva a tutti i costi, l’ha cercata e l’ha trovata con caparbieta’, accantonando – almeno per il momento – la querelle riguardo all’Ibra-dipendenza.
Morale alto in casa rossonera che espugna un Tardini sempre ostico e centra l’obiettivo di incassare i tre punti lontano delle mura amiche di San Siro. Pirlo ruba la scena a Ibrahimovic e ritrova il gol.
Il giocatore cresce e sale in cattedra, riscopre la forma e si conferma un pilastro del Milan e quindi anche della Nazionale.
Capace di inventare, in grado di essere risolutivo, pronto a mostrare il suo talento e la sua classe cristallina, Pirlo e’ stato l’uomo-partita, il vero jolly che ha incantato i tifosi. Ma non e’ stata l’unica sorpresa per Allegri: l’altra si chiama Ronaldinho che ha brillato dopo un riposo forzato. Gioco, allegria e movimento: Dinho esprime in campo felicita’ e inventiva. Un problema di meno e una carta in piu’ da giocare.
La vittoria sul campo del Parma vale oro: i diavoli si candidano prepotentemente alla contesa dello scudetto.
Ritrovano un grande Pirlo e il cuore indomito di Gattuso che ammette di non essersi trovato un granche’ bene con Leonardo.
Il Milan da’ cosi’ un calcio alle polemiche sulla ‘dolce dipendenza’ (come l’ha definita Adriano Galliani) da Ibrahimovic il quale – in questa domenica – festeggia i suoi 29 anni da campione, ma lascia a Pirlo la festa del gol.
Diego Milito va in panchina, Eto’o gioca da centravanti, sulla fasce Biabiany e Coutinho. Rafa Benitez per il match contro la Juve conferma sostanzialmente le scelte fatte in Champions contro il Werder Brema.Julio Cesar ha recuperato ed e’ regolarmente al suo posto cosi’ come la difesa puo’ contare su Lucio. A sorpresa, Muntari non e’ neanche in panchina.
Novita’ anche in casa Juve con Fabio Quagliarella in campo e Claudio Marchisio come esterno destro. Delneri fa dunque partire dalla panchina Alex Del Piero e Simone Pepe.
No, niente firma per un pareggio: la Juventus ammette la superiorita’ e la forza dell’Inter, ma non si sente affatto vittima predestinata.
Anzi, dopo Manchester, ha assunto nuova consapevolezza: ”Abbiamo dimostrato di poter reggere con chiunque”.
Parole e musica di Gigi Del Neri, che mostra notevole serenita’ e lo ammette anche in maniera esplicita. Ecco la spiegazione del tecnico bianconero alla vigilia della sfida di San Siro: ”Non sempre i risultati sul campo sono logici.
Noi dobbiamo quindi guardare i progressi della squadra, l’atteggiamento, insomma, cerchiamo innanzitutto la prestazione. L’Inter e’ molto forte, con il suo calcio palleggiato che Benitez ha ulteriormente esaltato. E poi ha dimostrato di non essere solo Eto’o.
Ma noi siamo convinti del nostro lavoro e risponderemo con aggressivita’ e attenzione, due armi per noi fondamentali e in grado di fare la differenza. D’altronde ogni domenica per noi e’ un esame e lo e’ stato anche a Manchester, dove nel finale abbiamo mostrato pure una buona condizione atletica perche’ quando c’e’ morale funzionano meglio anche le gambe.
Era importante recuperare energie dopo la partita in Inghilterra, dalla quale siamo tornati con la consapevolezza di poter reggere il confronto con chiunque. Oltretutto abbiamo giocatori abituati alle grandi sfide”. C’e’ anche la pressione mediatica, dietro questa partita sempre particolare ma Del Neri minimizza: ”Contera’ il campo, o per lo meno, noi dobbiamo guardare solo a quello.
Tra Juve e Inter sono partite intense al di la’ di Calciopoli e devono essere soltanto tali anche per i tifosi, di cui sentiamo l’affetto e non la pressione”.
La parola ”attenzione” e’ in assoluto la piu’ gettonata dal tecnico bianconero, soprattutto in queste ultime settimane, in cui le distrazioni difensive della squadra si sono sprecate.
Del Neri fa anche una radiografia di centrocampo e attacco: ”E’ vero che non abbiamo mancini puri in questi due reparti, ma tanti di questi giocano a destra e abbiamo visto a Manchester come si puo’ creare difficolta’ all’avversario anche partendo dal lato opposto al piede preferito, vedi Johnson giovedi’ sera”. Non vuole ritornare sull’errore di De Ceglie che e’ costato il pareggio inglese, ma liquida la pratica cosi’: ”Ha giocato sempre, in campionato e in Coppa. L’infortunio, paradossalmente, gli aveva fatto bene. Ha solo bisogno di riposo”.
Ma sara’ ancora lui, probabilmente, a scendere in campo a San Siro, con Grygera a destra: unica alternativa, visto che Rinaudo e’ acciaccato, sarebbe il rientro di Motta a destra e lo spostamento di Grygera a sinistra, ma il tecnico in questo momento non ”vede” l’ex romanista, dopo alcune prove inquietanti e vuole coprire bene la fascia destra per permettere a Krasic di esprimersi al meglio.
In avanti e in mezzo, tutto e’ dipeso da Amauri: con la sua convocazione, e’ certa la presenza del centravanti al fianco di Iaquinta e diventa assai probabile anche l’impiego di Aquilani, visto che non dovrebbe partire titolare Del Piero.
Dovrebbe stare fuori Marchisio, ma potrebbe anche spuntarla di sorpresa Sissoko.
Momenti di tensione all’interno dello stadio Meazza a circa due ore dall’inizio di Inter-Juventus. Decine di poliziotti sono intervenuti per evitare il contatto tra le due tifoserie nelle scale di accesso al settore riservato agli ospiti. Diversi petardi sono stati lanciati verso le forze dell’ordine.
Gli agenti, in tenuta anti sommossa, hanno dovuto effettuare un paio di cariche contro un centinaio di tifosi interisti che cercavano di entrare in contatto con quelli juventini all’ingresso della Torre numero 3 che conduce al settore ospiti. Per motivi di sicurezza sono stati momentaneamente chiusi i tornelli di accesso nelle vicinanze.
Secondo quanto riferiscono alcuni steward, il settore ospiti dedicato ai tifosi bianconeri per l’occasione sarebbe stato sistemato al terzo anello verde, proprio sopra quello occupato di consueto dalla curva nord dell’Inter.
Benitez deciderà solo poche ore prima dell’inizio della gara se schierarare dal primo minuto l’attaccante argentino: Coutinho scalpita.
Se Milito da forfeit, l’assetto offensivo dell’Inter sarà speculare a quello visto in coppa contro il Werder Brema con il giovane brasiliano e Biabiany sugli esterni, Sneijder trequartista ed Eto’o terminale offensivo; in caso contrario con Milito in campo, Coutinho si accomoda in panchina ed Eto’o scala sulla corsia di sinistra.
A centrocampo nessuna sorpresa, confermati Stankovic e Cambiasso.
Julio Cesar ha recuperato, sarà regolarmente in campo. Maicon terzino destro, Chivu terzino sinistro. Lucio – Cordoba coppia centrale.
Rientrano quattro azzurri, i difensori Criscito e Zambrotta, il centrocampista Mauri e l’attaccante Borriello nel gruppo dei 23 giocatori convocati oggi dal Commissario tecnico Cesare Prandelli per il doppio impegno di qualificazione europea contro Irlanda del Nord e Serbia.
La Nazionale, che attualmente guida il gruppo C a punteggio pieno grazie alle due vittorie consecutive ottenute a settembre contro Estonia (2-1) e Isole Far Oer (5-0), giocherà la prima partita contro l’Irlanda del Nord a Belfast venerdì 8 e la seconda a Genova contro la Serbia martedì 12.
Gli Azzurri si raduneranno domani entro le ore 12.30 a Coverciano, dove nel pomeriggio, alle 16.30, inizieranno la preparazione. Martedì e mercoledì due sedute di lavoro giornaliere, mentre giovedì, dopo l’allenamento del mattino, l’Italia partirà per Belfast.
Questo l’elenco dei convocati:
Portieri: Viviano (Bologna), Sirigu (Palermo), Mirante (Parma);
Difensori: Cassani (Palermo), Chiellini (Juventus), Bonucci (Juventus), Criscito (Genoa), Zambrotta (Milan), Gastaldello (Sampdoria), Bovo (Palermo), Antonelli (Parma);
Centrocampisti: Pirlo (Milan), De Rossi (Roma), Palombo (Sampdoria), Lazzari (Cagliari), Marchisio (Juventus), Mauri (Lazio), Pepe (Juventus);
Attaccanti: Borriello (Roma), Cassano (Sampdoria), Gilardino (Fiorentina), Pazzini (Sampdoria), Rossi (Villarreal).
Gli italiani lo sanno, esistono due Cassano… Alla Juve interessa quello magro e senza ricci. Infatti Beppe Marotta farà di tutto per acquistarlo tra un anno, ben sapendo che la stima è reciproca. Come vedremo, esistono molti punti che depongono a favore del felice esito dell’operazione.
Il tutto però va letto in un’ottica estiva, nonostante nelle ultime ore siano circolate voci su un possibile passaggio dell’asso di Barivecchia in bianconero nella finestra di mercato invernale.
Tesi avventurosa, perché in realtà la Juve a gennaio conterà ancora su Alex Del Piero e ancor più perché la Samp non è una provinciale in cattive acque, ma una società che punta legittimamente a ripetere la strepitosa passata stagione.
Questioni sportive, ma anche di immagine, non depongono a favore di un precoce divorzio. Invece nell’estate 2011 sarà tutta un’altra storia. Ecco perché.
Cassano e la Samp sono legati ancora da tre anni di contratto, ma l’entità dello stesso, 2,9 milioni netti (quindi 5,8 lordi) a stagione è decisamente superiore agli standard blucerchiati.
Nel 2007-08 il Real Madrid contribuì al pagamento degli emolumenti, ma oggi la Samp non può contare su vantaggi di quel tipo. Un fattore che pesa parecchio sul bilancio blucerchiato e sulle future politiche. Non c’è nemmeno bisogno di tirare in ballo il fair play finanziario caro a Michel Platini, perché a Genova sanno far di conto meglio che a Nyon, soprattutto quando si tratta di aprire il portafogli.
Infatti i tentativi di rinnovo della società blucerchiata, disposta a impegnarsi per un quinquennio, prevedono un drastico abbassamento dello stipendio del barese. Tesi ovviamente poco gradita al campione blucerchiato e al suo agente, l’avvocato Giuseppe Bozzo.
Pare che l’offerta Samp sia di “soli” 1,5 milioni l’anno, quindi margini di trattativa ce ne sarebbero, ma la forbice tra domanda e offerta appare davvero troppo ampia.
Oltretutto il club blucerchiato è alle prese con altri giocatori (Angelo Palombo e Giampaolo Pazzini) che spingono per ottenere un aumento e ovviamente qualsiasi passo mosso in direzione di Cassano darebbe loro ottimi argomenti per chiedere un analogo trattamento.
Insomma, trovare una via d’uscita per il direttore generale Sergio Gasparin non è semplice.
Gigi Delneri non guarda la Ryder Cup. E non ha paura che il presidente Andrea Agnelli, appassionato golfista, lo redarguisca.
«Piuttosto dovrebbe cacciarmi se la guardassi». Attenzione, concentrazione, battaglione. La Juventus della risalita si presenta a Milano in assetto da combattimento. Sportivo. «Io penso al calcio, non a Calciopoli».
Un pragmatico di vecchia data, l’allenatore di Aquileia, perfino brillante nel rintuzzare, dal suo scranno di Vinovo, i tentativi di stanare la formazione anti-Inter. «Una domanda qui e una lì e me la fate dire tutta».
Due reparti appaiono certi: difesa con De Ceglie «a cui l’infortunio ha fatto bene, si è riposato»; attacco con Amauri che «se sta bene lo convoco e gioca»; l’ha convocato, quindi coppia con Iaquinta. Abbondanza in zona centrale con Felipe Melo il redivivo e Alberto Aquilani in vantaggio su Marchisio: sia in un caso che nell’altro è probabile la staffetta.
«Io non firmo mai per un pareggio»: la frase più bellicosa del tecnico che dai tifosi si aspetta «pressione affettuosa» e non «pressione arteriosa».
«È una partita in cui si affrontano due squadre di livello, una sfida particolare, caratterizzata da grande antagonismo. Da parte nostra occorreranno attenzione, aggressività e grande intensità. E la Juve ha queste armi».
Inter-Juve non è la notte prima degli esami. «Ultimamente ogni volta che andiamo in campo a detta di tanti è un esame. A me interessa la prestazione, soprattutto: cerchiamo di migliorare rispettando una formazione che ha fatto bene in Italia e, ultimamente, anche in Europa».
Delneri con Mourinho aveva spesso giocato al gatto con il topo. Con Benitez cambia qualcosa? «Già con Mourinho l’Inter aveva proposto un calcio più palleggiato rispetto agli inizi. Con Benitez hanno accentuato questo atteggiamento. Hanno gli uomini per farlo e che possono creare difficoltà in qualsiasi momento».
Molto dipenderà dalla buona condizione fisica della Juve. «A me sembra che la squadra abbia energie. Ma per sostenerle sarà importante l’aspetto psicologico».
Sicuramente è una Juve meno nevrotica e i cartellini che colleziona non sanciscono ammonizioni ed espulsioni. A testimoniarlo un piccolo aneddoto raccontato da Alex Del Piero sul suo sito.
Dopo Felipe Melo, che ha ricevuto un «giallo» autografato con i complimenti dell’arbitro Brighi dopo il Cagliari, ecco il «rosso» per il capitano, dono del fischietto spagnolo Iturralde Gonzalez, che a Manchester, dopo la partita, ha affrontato Del Piero con il cartellino più pericoloso.
«Complimenti, grande giocatore e grande punizione, ti voglio fare un regalo». «Sì, ma voglio la dedica» ha replicato lo juventino. Detto, fatto: «Para Alex, grande». Por Delneri, invece, un po’ meno. A San Siro Del Piero rischia fortemente di partire dalla panchina.